“dal cammino di Santiago di Compostela dalla cima dei Pirenei un caloroso abbraccio a tutti”
Ermete Bolognini
Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso la tomba di Giacomo il Maggiore.
Cinquecento podisti, amanti della corsa a contatto con la natura, hanno preso parte a Villagrande di Montecopiolo al 4° Eco Trail Running nel Parco Naturale Sasso Simone e Simoncello e alla 9° Gran Fondo dei due Laghi organizzata dalla Pro Loco, col Patrocinio del Comune di Montecopiolo ed in collaborazione con il Golden Club di Rimini. Una manifestazione che ha registrato un successo sotto tutti gli aspetti: organizzativo, sportivo e della valorizzazione del Parco Sasso Simone e Simoncello.
In campo maschile il titano Stefano Ridolfi si è imposto nel 4° Eco Trail Running nel Parco Naturale Sasso Simone e Simoncello, quinta prova dei Golden Events 2010, correndo su sentieri, arrampicandosi su carraie, percorrendo mulattiere e scalando il Monte Carpegna fino ai 1400 metri dell’Eremo. Ridolfi si è snocciolato Km 20,400 di un percorso di incomparabile bellezza in 1h 34’ 45” tagliando il traguardo, posto in Piazza Michele Arcangelo, a mani levate fra due ali di folla entusiasta. Alle spalle sono giunti il marchigiano Stefano Santini in 1h 34’51” e l’emiliano Carlo Romagnano in 1h 40’ 08”. Seguono 4° Tommaso Mazzoli in 1h 40’ 55” e 5° Mirko Tassinari in 1h 42’ 35”. Nell’Eco trail running rosa si è affermata in maniera solitaria l’umbra Paola Garinei in 1h 51’ 17” polverizzando la resistenza di ben 25 atlete. La Garinei ha messo in fila le romagnole Alice Sarti 2h 00’ 04” e Florinda Neri 2h 01’00”, la marchigiana Barbara Cimarusti 2h 03’ 08” e Emanuela Berardi 2h 03’22”.
Gli otto allori di categoria sono stati così conquistati:
Amatori A – Enrico Bacchiani (Atl Banca Di Pesaro) 1h 45′ 36″,
Amatori B – Tommaso Mazzoli (Olimpus Riccione) 1h 40′ 55″
Amatori C – Maurizio Tacchi (Riccione corre)1h 43′ 18″
Amatori D – Leonardo Renni (Atl Banca Di Pesaro) 1h 45′ 05″
Amatori E – Melani Umberto (Misericordia Albanese) 2h 04′ 17″
Amatori F – Barbara Cimarusti (Atl Banca Di Pesaro) 2h 03′ 08″
Amatori G – Emanuela Berardi (GS Gabbi Bologna) 2h 03′ 22″
Amatori H – Anna Maria Masetti (Atl Banca Di Pesaro) 2h 03′ 34″
Le classifiche, le foto e il video del 4° Eco Trail Running nel Parco Naturale Sasso Simone e Simoncello presto saranno on line su www.goldenclubrimini.it
È molto difficile scrivere quando si è così spremuti, esausti, sfiniti, come ora. L’aria è bollente, pigra e immobile. Si sente il canto furioso delle cicale, nessun suono umano. Ora è la siesta, quelli che non sono andati al mare lasciano andare le ore centrali di una domenica estiva e cercano il riposo. È come se anche i pensieri diventassero più piccoli, basici, nell’attesa di risollevarsi, di potere finalemte respirare un’arietta fresca.
Non avevo voglia di correre oggi. Altre volte mi è capitato di avere questa sensazione, e tendenzialmente tendo a non farci caso, a non darle spazio.
Faccio quello che devo fare, vado dove devo andare, con la psicologia del soldatino delle retrovie, che sa che non cambierà mai la storia, che la storia la fanno altri, ma che non abbandonerà mai le proprie posizioni, nè tradirà gli incarichi ricevuti.
Io gli incarichi me li dò da sola.
E oggi volevo proprio darmi un bel riposo.
Già la vacanza in Sardegna ha staccato da me un bel po’ di fili, e non ho avuto voglia nè bisogno di muovermi correndo, con l’estate il mio corpo è più pigro, mi sento come la leonessa della savana sotto un’ombra di un arbusto, pigra e sonnacchiosa, io che di solito sono sempre attiva.
Ci sono alcune corse che mi fanno paura, quando devo fare molta strada, quando non mi sento bene e non capisco cosa ho e non so se dovrei fermarmi o andare, quando devo fare percorsi difficili o allenamenti che non mi piacciono.
Oggi non avevo voglia e punto.
Arrivo, incontro tutti, siamo come sempre molto presenti, molto allegri, un po’ lessati dai trenta gradi della mattina, sudati dopo qualche metro di riscaldamento.
Due chiacchiere al caffè con Mauro e Raffaella, ma non c’è mai il tempo di raccontare bene, siamo tutti un po’ distratti, in attesa della partenza, siamo come alla stazione.
E invece lo sparo dell’avvio mi coglie impreparata, chiacchieravamo io e l’Adele come due comari, il suo lavoro, i bambini, gli impegni vari.
Parto baldanzosa, voglio vedere che ne sarà di me. Mi sto allenando poco e cercando di privilegiare la corsa lenta per costuire qualcosa che mi voglio regalare nei prossimi mesi. Con l’estate mi alleno quando posso, quando le vicende di famiglia e di vita mi lasciano la possibilità di uscire. Non sempre è facile conciliare tutto, anche per chi, come me, come di solito le mamme, è abituata a farlo.
In ogni modo vado per un paio di km molto bene, ma so che qualcosa mi sfugge, ci deve essere l’inghippo, e infatti davanti a me si para una bella salitona larga, dove il serpentone di gente sta cominciando a strisciare. Vedo Corrado con una smorfia di dolore che sta tornando indietro, ci guardiamo, ci capiamo con un’occhiata, mi dispiace tantissimo per lui e per la sua passione sincera che troppo spesso non può sfogare. Ripenso a Luigi che per non farmi preoccupare troppo prima di partire mi ha detto un generico “ci sono un po’ di saliscendi” ripenso a tutte le salite che nei miei giorni non voglio fare, e che invece mi toccano, e dico “siamo in ballo, balliamo”. Non dovrebbe consolarmi il fatto che c’è chi fa più fatica di me, è un pensiero meschino lo so, ma ora se penso a quel pezzo ricordo solo i gemiti di uno che mi correva dietro e soffriva, soffriva che volevo chiedergli se stesse bene, ma si capiva che non stava bene, e in fondo non stavo tanto bene neanche io, quindi sono stata muta e ho pensato per me.
Ricordo frammenti, gli insulti a un automobilista cretino, la fine della salita, l’incontro con Ermete che mi ha trottato un po’ al fianco e poi si è allontanato davanti. Ricordo che al quinto km ho pensato e anche detto guardando la vallata sotto a uno sconosciuto di fianco a me “può solo migliorare adesso”. Ricordo la gioia di correre di qualche momento. Ricordo Alfio in piedi sotto una pianta e il suo sorriso che mi ha illuminato e mi ha fatto venire voglia di ballare. Cantavo Waka Waka nella testa e facevo le mosse. È strano il cervello.
Gli ultimi km non ho sofferto. Mi si è avvicinata una ragazza vestita di verde e ci siamo spalleggiate per un po’, andava veloce e io con lei, mi è arrivata poco davanti, volevo ringraziarla alla fine, non l’ho vista più, lo faccio così, qui, se mai leggerà.
Ricordo Mauro e Michele già arrivati, a me mancava poco, non riuscivo neanche a parlare, fermare le macchine per permettermi di passare, mi sono sembrati bellissimi, tutti abbronzati e sorridenti, li ho sentiti amici e mi hanno dato coraggio.
Dell’arrivo ricordo la Stefania, è andata benissimo, ma affranta dal caldo, si appoggia a un muro, prende fiato, è fradicia. Ricordo Renato, sempre sorridente, la sua faccia buona e gentile. I sorrisi di Luigi e Davide. La Raffaella troppo severa con se stessa, non è contenta, ma per me è un modello di atleta e di donna e non riesco a farle capire che se perde qualche secondo di sicuro avrà guadagnato qualcosa da un‘altra parte, piena di grazia dolcezza e gentilezza come è.
L’Adele che ha fatto la sua gara, è andata bene anche lei e ora si rammarica di una sosta troppo lunga.
Io oggi non speravo in niente, e quindi sono molto felice di quello che è venuto, che non so cos’è ma è molto più di niente, e me ne accorgo scrivendo queste righe.
Aspetto Dani, soffre. Ho voglia di andare a casa, lavarmi, fare le cose della giornata.
Dal sito della Podistica Tifernum: La kermesse di 6,65 chilometri si è snodata attraverso le bellezze architettoniche del centro storico vadese e ha visto il trionfo di due atleti della sociatà Atletica Urbania: il 39enne Stefano Santini e, tra le donne, Raffaella Valentini di Sant’Ippolito. Santini, campione regionale di mezza maratona, si era portato in testa fino dalla partenza insieme al senigalliese Manuele Torregiani. Poi, a metà del secondo dei tre giri in programma ha allungato sul rivale andando a vincere tra due ali di pubblico in 22’25 secondi. Seguito da Manuele Torregiani (Atletica Senigallia), Giampaolo Ioni (Atletica Urbania), Carlo de Angelis (Avis Urbino), Claudio Pantaleo (Avis Urbino), Cesare Vici (Atletica Osimo), Luigi Amantini (Atletica Urbania), Umberto Primavera (Polisportiva Montecchio), Francesco Ballini (Tiferno Runners) e Valter Olivieri (Atletica Urbania). Nel settore rosa, la Valentini non ha trovato avversarie in grado di contrastare il passo vincente e ha chiuso sul traguardo di Corso Garibaldi in 28’11’’, davanti a Cristina Bartolomeoli (Banca di Pesaro), Patrizia Lucarelli (Running Club Fossombrone), Adele Salvatori (Atletica Urbania), Stefania Dini (Atletica Urbania), Anna Nolis (Gruppo Podistico Lucrezia) e Stefania Binucci (Fano Corre).
Se fosse una gara ciclistica sarebbe un tappone dolomitico, se fosse una gara in moto sarebbe il Tourist Trophy, se fosse una montagna da scalare sarebbe, forse, il Cerro Torre. Invece è la Pistoia Abetone, con i suoi 31 anni intessuti di gioie e drammi, fatiche e sofferenze, tesi di laurea per ogni podista che si rispetti. Una gara mitica: atipica e spartana, tutta sostanza e nessun fronzolo, scabra, durissima, forse povera ma sempre affascinante. A chi scrive tocca raccontarla ed è una sorta di galoppata sul filo sottile e traditore dei ricordi. Per alcuni ha significato una carriera, per tutti una vittoria strepitosa sui propri limiti. Si affronta per “riscoprire l’uomo e guardare negli occhi una brutta bestia” (Adolfo Sergio) o per “un test che non teme confronti”(Vito Melito), perché “è un sogno” (Luca Baroncini), “una gara mitica” (Fausto Innocenti) o perché il mix diabolico cui dà forma (percorso-luoghi-durezza-fascino-tradizione) la caratterizza come una vera e propria impresa. Regalandole un prestigio che va ben oltre un montepremi in palio od un semplice albo d’oro.
Parlare di questa gara è come parlare di un figlio (con le dovute proporzioni, of course) cioè di qualcuno o di qualcosa che ami molto, e non sai o non puoi o non vuoi essere imparziale.
Quell’asfalto l’ho pestato molte volte, le domeniche mattina dello scorso inverno, quando mi svegliavo all’alba la domenica per trovarmi a correre con gente appena conosciuta ma che riconoscevo simile a me. Mi dicevano: “Questa è la nostra gara. Qui facciamo la nostra corsa.”
E lì per lì non capivo bene di cosa parlassero, di cosa si trattasse, che cosa volesse dire.
E invece oggi c’ero anche io, con quelli che poi, domenica dopo domenica sono diventati degli amici, e compagni di avventura.
Oggi il meteo prometteva tragedia e vendetta sui molti peccati che abbiamo commesso. Eravamo preparati e rassegnati a tutto quello che poteva essere, per cui le nuvole, i 18 gradi, e la pioggerellina solo alla fine, hanno reso le condizioni ideali per una bella gara, e una bella prestazione. Arrivo in Piazza, clima di grande operosità, tutti indaffarati con le ultime iscrizioni della mattina (alla gara competitiva più di 300! un gran numero) incontriamo con Claudio e Robert amici del Forum Asics e poi Gabriele, scambio di battute, si sdrammatizza. Io sento salire la tensione ma sono serena, so che mi divertirò, perchè è questa la mia regola: è un gioco!
Nel Giro dei 4 Ponti si parte poco sotto la piazza, qualche centinaia di metri dentro al cuore della città vecchia di Urbania, e subito sulla provinciale. Da lì a destra verso la collina. Per i prossimi chilometri il percorso non incontra altro se non alberi case coloniche cani mucche cavalli una chiesa nessuna macchina.
Questo è la mia strada, la mia gara, qui mi sento a casa. Sono in forma, so che questi giorni sto crescendo. Con calma e tenacia, non mi scoraggio, e costruisco mattone su mattone una condizione che mi possa permettere di gareggiare, ma soprattutto di stare bene, di migliorare, di raggiungere nuovi obiettivi.
Sono lì nel cuore della gara, dopo tanta preparazione da parte di chi ci ha lavorato (non io, non ho fatto nulla, se non desiderare fortemente che andasse bene) e non sento nè caldo nè freddo nè sete nè fame, corro, corro, sento solo le mie gambe che battono l’asfalto e il mio respiro che si affanna e un paio di volte impazzisce. Incrocio Stefano e mi sporgo per fargli coraggio, grande prestazione la sua, arriva secondo confermandosi al top della forma.
Ho la Stefy per un pezzo con me, e poi me la vedo davanti per il resto della gara. Mi serve come punto di forza e di riferimento. Ho un buco verso il quinto, dove l’ho lasciata andare, non ricordo bene cosa sia successo, non riuscivo a respirare bene.
Ogni gara ha un momento così. Fino al momento prima ti senti forte come una leonessa e aggressiva e potente, e un minuto dopo non riesci a mettere un piede davanti all’altro. Ho dovuto mantenere la calma, non perdere fiducia in me stessa, credere ancora che potevo fare una bella gara per non mollare troppo il ritmo e il passo. Ho dovuto fare appello a qualche energia sepolta e sconosciuta, a qualche sole che tengo dentro a illuminare quando si fa scuro. Così è iniziato il ritorno a casa, dove ho corso fianco a fianco con amici sconosciuti che mi hanno incoraggiato e accompagnato e sostenuto e con cui anche se dividi solo pochi passi, dividi qualcosa di importante, e non te ne scordi.
Sono arrivata contenta, il mio Garmin dice che ho fatto 4.56 che per me è un ottimo risultato. Se fossero stati 10 km veramente avrei battuto il mio clamoroso muro dei 50 minuti (10K in 49.33!, questa è la mia vittoria di oggi).
Il pacco gara è fantastico, cose squisite e un piatto decorato. Saluto tutti e vado a casa a prendere i bambini e a trasformarmi da atleta a donna femminile per continuare la giornata insieme.
Anche a pranzo siamo tanti con molti bambini, ne conto una quindicina. Bel clima, allegria, brindisi e divertimento. Il presidente è soddisfatto, dopo giorni di impegno e di lavoro duro può respirare di sollievo.
La gara è stata un grande successo, molti partecipanti sono stati contenti e ce l’hanno detto. Stimolo a fare sempre di più e sempre meglio, come di certo sarà.
” Sono strane le sensazioni che ho provato nel gareggiare questa sera. Ora che sono al sicuro della mia casa le rivivo, e mi sembra quasi di non essere io quell’essere ansimante e allucinato che credeva di non farcela, mi sembra di essere stata in un sogno, che due o tre volte mi è sembrato un incubo. Per tutto il giorno ci ho pensato, sottotraccia al resto. Questa sera, devo essere pronta, non troppo stanca, mangiare bene. Mi hanno consigliato il pollo a merenda. Ho detto, hai visto mai, mangio il pollo e vado forte e divento un fulmine. Mi preparo, adrenalina e tensione. Le solite domande a me stessa, dal “chissà se ce la farò” al “chi me lo fa fare”, come anche il “non sarò all’altezza” o “farò una figuraccia, arriverò ultima”, oltrechè al “verrò giudicata troppo rotonda e non secca secca come sono le top” o “non ho voglia di soffrire, basta, voglio solo divertirmi e passare il mio tempo a bere mojito ballando in piedi sul lettino” o “perchè non mi dedico al decoupage o il punto croce come quelle normali”. Vado con Federico e Alfio, è un piacere conoscerli meglio. In piazza ad Urbino alle prese con un gonfiabile moscio e i pettorali appallottolati c’ è il presidente che questa sera fa il giudice insieme ad Alfio. Della squadra vedo tutti che si aggirano, ci sono Mauro, Raffaella, Raffaele, Davide, Luigi, Loris, Giampaolo con il suo piccolo che ha fatto la garetta, Corrado, Valter, Stefano reduce da una brutta influenza che non so bene quanto sia arrivato ma era nel gruppo con i primi: mi ha doppiato che ero al terzo giro e ho usato il mio ultimo fiato per dirgli “Corri Stefano corri” lui correva come il vento e a me sembrava di essere incollata alla terra. Ho sbagliato sport.Perchè amo tanto qualcosa per cui non sono fatta? Perchè la corsa non mi ama? Il mio amore non è ricambiato? Ogni passo è per me fatica sudore lacrime terra, mentre quando guardo loro, quelli forti, mi sembra di vederli volare, come se facessero la cosa più naturale e più facile del mondo. Siamo 12 con me, è un bel numero, c’è da essere soddisfatti, ci siamo sempre, e ci siamo bene, uniti, sorridenti, allegri. Ora mi viene da pensare che se ho finito questa gara qui, potrò fare qualunque cosa, non ci posso ancora credere che esista qualcosa di così faticoso, eppure chilometri ne faccio tutti giorni, ne ho fatti, ma questa sera mi sono sembrati i primi, o anche gli ultimi. La tentazione di mollare l’ho avuta per tutta la prima metà almeno. Cinque giri di un circuito impegnativo in ogni passo, mai una distrazione, mai mollare. Si partiva correndo al galoppo verso i torricini, dopo tre o quattrocento metri quando la strada si apriva verso il Pincio il vento a folate ti asciugava la maglietta addosso. A tutta velocità, poi una curva rapida e una salita inaspettata, quattro o cinque tornanti per arrivare alla Piazza del Duomo, dove rifiatare un attimo nella discesa con il Palazzo Ducale alla destra che ci guardava perplesso e ritornare alla confusione della Piazza tra urbinati turisti studenti e curiosi. Da lì ripartire per un nuovo tour. A un certo punto non sapevo più a che punto fossi o quanti giri mi mancassero, mi sono orientata con il garmin guardando i chilometri che avevo fatto. Venivo doppiata da quelli che avevano già finito e pensavo che la mia sofferenza durava ancora un giro, mentre la loro era già terminata. Non mi era di conforto. Vedevo gente davanti dietro che andava forte in salita e piano in discesa, non avevo riferimenti di qualcuno con cui correre insieme e fare la gara. A un certo punto ho pensato di essere ultima, quando alla curva ho visto che dietro ce n’erano varie decine ancora più disperati di me. L’ultimo giro ho tirato fuori la birra che avevo dentro, la gioia di avercela fatta. Mi sono sentita veramente grande forte potente, per come mi ero sentita un vero schifo poco prima. Pensavo, ce l’ ho fatta anche questa sera, ho superato i miei limiti, le mie difficoltà, la fatica, l’angoscia, la disperazione a volte, per arrivare al traguardo, gli ultimi cento metri sono andata a 3 e 13, ho fatto un urlo che la gente si è spaventata, è uscito l’animale che c’è in me che ruggiva di gioia per il mio personale trionfo. Per la cronaca il mio garmin dice 5.00 spaccati per 8,88 km. La gioia che sento la dovevo condividere subito, per non perdere queste emozioni, per cui anche se stanchissima, ho scritto. Bellissimo, una giostra, un’altalena, morte e rinascita, forza e debolezza, stanchezza e vittoria. Una corsa piena di opposti, a volere pensarci bene, un po’ come la vita.” di ANNA ANGELI
“Ho appena letto l`articolo di Anna sulla corsa di Urbino. C`é solo un commento da fare: EMOZIONANTE !!!!!!!!!!!!!!!! E che continui a scrivere, un saluto a tutti dal vostro Gelindo helvetico.” dalla mail di Atletica Urbania, GIULIANO OLIVIERI.
I tempi dei nostri atleti alla 23° Pod dei vicoli e delle mura 2010
Novecento i partecipanti la 27° edizione della StraRimini, gara nazionale UISP di corsa su strada sulla distanza di 21 chilometri e 97 metri, di Domenica 16 Maggio , organizzata dall’A.S.D. Celle Pecore Nere in collaborazione con Comune,Provincia , lega Atletica Leggera e Podismo UISP, 7° Reggimento Aviazione Esercito V.E.GA. “AVES” e Distaccamento Aeroportuale Aeronautica Militare di Rimini. Allineati sulla linea di partenza di Piazza Tre Martiri atleti del Marocco che il pronostico colloca nella posizione di favoriti, ABDELKRIM KABBOURI, 28enne dell’Atletica Recanati, KARIM ABDERRAHIM, classe 1974 tesserato per il T.R.C. Traversetelo Running Club di Parma, ABDELAZIZ EL MAKHROUT, 32enne dell’Atletica Terni . A pochi metri dal via KABBOURI conquista la testa della corsa seguito dalla coppia di conterranei che resistono per i primi otto chilometri e successivamente , costretti dal ritmo impresso dal battistrada, subiscono un distacco irrecuperabile. KABBOURI , chiuso a suo favore il capitolo avversari , sfida le lancette del cronometro e arriva sulla linea del traguardo in 1.05.28 ,miglior prestazione maschile delle ultime tre edizioni della stracittadina riminese. A 2 minuti e 19 secondi arrivano in contemporanea ABDERRAHIM ed EL MAKHROUT,1.07.46, seguiti da un altro atleta del Marocco, HAOUL ABDERRAZAK, 1.08.20,Salcus. Buona la prova degli italiani , sei nei primi dieci, che conquistano il quinto posto con ALESSIO VINCENZO D’ASARO,Atletica Imola, militare del 7° Reggimento V.E.GA “AVES” di Rimini. FAUSTA BORGHINI, G.P.A. di San Marino, ha dominato la prova femminile con il tempo di 1.25.43 davanti alla toscana COSTANZA ZUFFA, Le Torrri di Firenze,1.28.19, SIMONA GIULIANI, G.S. Azzurra Garbagnate , 1.28.39 Nel corso della cerimonia di premiazione alla quale ha preso parte il Col. BARTOLOMEO POLIDORI,Comandante del 7° Reggimento Aviazione “VEGA” di Rimini, PATRIZIA CHELI di Bologna assieme al team femminile in corsa alla StraRimini per dire “STOP AL FEMMINICIDIO” ha consegnato a DONATELLA TURCI, Assessore allo Sport del Comune di Rimini, il documento trasmesso lo scorso anno a Roberto Storaci, Vice Presidente della Commissione O.N.U. sulla Condizione Femminile, sul tema della violenza alle donne. (Da: www.tuttopodismo.it)
Sempre affascinante la gara di Montecchio, anche in un giorno caldo di fine maggio ha richiamato oltre 460 competitivi. A causa del caldo, nonostante l’alto livello e il gran numero di partecipanti, i tempi sono decisamente alti per tutti. Il primo Lyazali Adil ha impiegato ben 31:44, che è ben lontano dal record della gara 28:41 e sicuramente si è limitato a controllare la gara. Anche la prima donna Laura Giordano ha impiegato 90 secondi in più rispetto alle sue possibilità su questo percorso. Bene anche gli italiani con Doriano Bussolotto in terza posizione alle spalle del marocchino Haoul Abderrazak e quarto Laurent Squadrani che chiude la gara in un ottimo 32:26. (da: www.tuttopodismo.it)
I tempi dei nostri atleti alla 30° Corsa podistica del Foglia 2010
“Questa mattina mi sento bene, il dolore ai denti è passato e il corpo è tonico e risponde adeguatamente ai miei comandi. Vedo al risveglio l’aria meravigliosa di primavera che tira, finalmente, e decido un look minimo, la lunghezza del pantaloncino determina che caldo è: oggi corto. D. mi bacia dal letto, mi raggiungerà poi, ritroverò all’arrivo il suo viso sorridente ad aspettarmi, felice per me. La gara è vicino casa in un delizioso paese arroccato su una collina che si chiama Fossombrone. Mi avevano parlato di una salita proibitiva che porta a una piccola vetta con un convento, 2 km con più del 12 per cernto di pendenza, robe da andare su in prima o seconda con la mia Punto. Ogni volta che ci passavo davanti da di sotto guardavo sù, a chiedermi ma daver davero? Ce la farò? E infatti non ce l’ho fatta. Camminavo io ma camminavano TUTTI, e allora ciao, va bene lo stesso, camminiamo che non moriremo fulminati per questo. La prima parte della gara, prima della bestia di salita l’ho fatta con la mia amica Stefi che va come un treno e che appena è iniziata la salita ha cambiato marcia, come un camoscio delle montagne. Così ho salutato il suo bel lato b e mi sono attaccata un po’ a chi passava, tutti che facevano un po’ così, come veniva, salvando il salvabile. In cima, erano i 5 k, un panorama da urlo ma non ho avuto il tempo di ammirarlo: sono partita a tutta per i quattro km di discesa che rimanevano e li ho fatti bene, come al solito la discesa non mi fa paura e le mie gambe non frenano, ma spingono. Ne ho sorpassati parecchi. A me quando qualcuno mi sorpassa, mica me la prendo. Un paio li ho visti tirare come i matti per riprendermi, e poi dopo duecento metri scoppiare. Non capisco, qualcuno considera un’onta essere superato in discesa? E poi da una donna? È qualcosa che mi sfugge. Io gioco, e sempre con il sorriso e divertendomi. Credo che se la corsa non fosse questo, un bel gioco, da piccoli e da grandi, me ne sarei già rotta da un pezzo. Suvvia, let’s do amazing! Divertiamoci! Ma è all’arrivo che ho vissuto le più belle emozioni, grazie a un generosissimo Michele, che già arrivato, è tornato indietro per tirarmi nelle ultime centinaia di metri, e ai miei tre bellissimi bambini al traguardo sorridenti e che inneggiavano il mio nome, con il loro super-babbo da capo carovana. All’arrivo la bella faccia sorniona del presidente, ad aspettarmi. Ringrazio Michele, rivedo Davide, il suo giovane nipote alle prime esperienze, che mi sembra con molte possibilità davanti, Loris, Stefano (arrivato secondo), Nicola, la Stefania, Luigi, Luca, Mauro Raffaella, Valter a tutti questi ho avuto il gusto di presentare i miei bambini, che sono la mia più bella vittoria di sempre e per sempre. Il gruppo tiene, anche oggi un bel numero a tenere alto l’ onore dell’Atletica Urbania.” (di Anna Angeli)
I tempi dei nostri atleti all 8° Podistica del Metauro 2010
Nel mese di Maggio ricorre l’ anniversario della scomparsa di Roberto Giorgini, a tutti noto come Cico. Giovane pieno di vitalità sin da ragazzino, ha messo in mostra le sue capacità atletiche negli anni della scuola media. Qui, notato dall’ insegnante di educazione fisica, approda alle nazionali dei giochi della gioventù nella corsa campestre e raggiunge ottimi risultati. A livello locale ha vinto tutto ciò che c’era da vincere. Entrò poi a far parte della “Libertas Pesaro” dove, in poco tempo, si fa onore partecipando ai campionati italiani nel 1986 a Cattolica in cui nei 1500 m arriva 1° di batteria e 5° assoluto meritandosi il podio. Purtroppo il destino gli è stato avverso e non ha permesso a Roberto di dimostrare quello che sarebbe stato veramente il suo valore atletico. Per noi dell’ Atletica Urbania, che svolgiamo tale attività amatorialmente, Cico ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un punto di riferimento e un modello da seguire.
Non potremmo mai dimenticare la tua eleganza nel correre, la tua dote artistica e la tua voglia di vivere… Giorgia e Loris
In più di 1000 di corsa sulle strade del Conero. A Numana (AN) è la festa del podismo e del cuore, per i bambini dell’Ospedale Salesi di Ancona. Vincono la mezza maratona Alessandro Carloni e Sonia Cionna.
Non era facile. Un esordio, fino ad un attimo prima, è sempre un punto interrogativo che oggi però a Numana (AN), per gli oltre 1000 podisti arrivati da ogni angolo d’Italia e delle Marche per la prima edizione della Conero Running, si è trasformato in un bel punto esclamativo di soddisfazione. Una splendida e luminosa mattinata di sole, perfetta per correre, con le gambe e con lo sguardo, attraverso 21 chilometri e 97 metri di questa nuova mezza maratona nazionale, nelle bellezze di uno scenario unico come quello del Parco del Conero, immerso tra due province, quella di Macerata e di Ancona, e costeggiato dalla linea mossa e piena d’azzurro del Mare Adriatico, attraversando anche i comuni di Loreto e Porto Recanati. Un evento atteso, che ha preso il via un anno fa con la macchina organizzativa guidata dall’Atletica Recanati, in collaborazione con il Comune di Numana, l’Happiness Club Group e la Fondazione dell’Ospedale Salesi Onlus. Ad accogliere i runners all’arrivo c’era, infatti, il delfino Salesino, la mascotte nata da un partecipatissimo concorso di disegno nelle scuole elementari e medie di tutta la Regione che ha poi scatenato migliaia di clic al giorno sul sito web della Conero Running, dove si poteva votare per sceglierne il nome. Ora Salesino, finito il suo impegno podistico e di personaggio più fotografato della mezza maratona, si dedicherà a regalare un sorriso ai bambini dell’Ospedale pediatrico Salesi di Ancona. Ma non si presenterà a mani vuote. Infatti, per ogni iscritto alla Conero Running e alla non competitiva Mini Conero, verrà devoluto un euro alla Fondazione Salesi. (da:www.conerorunning.it)
Sul traguardo della mezza maratona, si sono presentati davanti i due alfieri dell’Atletica Recanati, praticamente a braccetto: la vittoria è andata ad Alessandro Carloni, che ha preceduto di pochissimo il marocchino Abdelekrim Kabbouri, entrambi dell’Atletica Recanati. Dopo un avvio su ritmi blandi, i due hanno preso il largo all’11° chilometro, per concludere con un tempo finale di 1h12’25”, mentre al terzo posto si è piazzato Francesco Gramazio della Podistica Valtenna (1h13’24”). Tra le donne Sonia Cionna ha conquistato il successo in 1h22’47”, su Monica Zanardi (Cus Ferrara/1h23’31”) e Noemi Mogliani (Atl. Recanati/1h33’10”). Eloquenti le cifre della manifestazione: dei 728 iscritti alla mezza maratona, hanno preso il via 662 e sono arrivati in 638, oltre a centinaia di appassionati che hanno affrontato i quattro chilometri della non competitiva Mini Conero: alcuni correndo di buona lena, altri camminando molto più tranquillamente, anche con i propri bambini, ma tutti uniti dalla voglia di stare insieme. Le premiazioni si sono svolte nello stand della Conero Fitness, la kermesse che ha visto coinvolti istruttori internazionali di real ryder, walking, step e aerobica, su iniziativa dall’Happiness Club Group rappresentata dal responsabile marketing Ruggero Romaldi. (da:runningpassion.lastampa.it)
L’impegno organizzativo è testimoniato dalle 1500 bottiglie d’acqua da mezzo litro distribuite al traguardo, con 3000 litri di acqua per i ristori, 200 kg di frutta all’arrivo, così come oltre 6000 fette di dolce, e 50 kg di pane e marmellata. All’arrivo c’erano 45 volontari, tra segreteria organizzativa, allestimento, premiazioni, pacchi gara e deposito borse (e 4 ai punti di ristoro). Fondamentale l’apporto della Protezione Civile, con 85 persone, e inoltre 9 vigili urbani, 8 carabinieri, 4 persone della Polizia Stradale, 2 medici, 4 infermieri e 4 ambulanze della Croce Bianca (una all’arrivo, una al seguito della corsa, una al 5°-15° km e un’altra al 15° km). Al traguardo l’animazione di Radio Arancia Network e poi, per tutti c’è stato modo di assaporare le specialità del Pesce Party, organizzato dal Comitato La Maretta: una festa che va avanti da 24 anni al Porto di Numana, con 60 volontari. Nel fine settimana riescono a servire 5000 pasti, per un totale di circa 25 quintali di pesce di ogni tipo: dalle alici alle seppie, dalle cozze alla frittura mista, e la novità di quest’anno rappresentata dagli gnocchi al sugo di pesce. (da:runningpassion.lastampa.it)
I tempi dei nostri atleti alla 1° Conero Running 2010
Un altro paesino che di nome conosco da sempre, ma in realtà non avevo mai visto. Si parte in cinque in macchina, io l’unica donna, mi mettono davanti. Dietro questi omoni grandi e grossi e io spaparanzata di fianco al presidente. Il tempo volge al bello dopo due giorni grigi e piovosi che peggio non si può, bel clima, allegria. Quelli che faranno la Collemarathon domenica prendono questa come una sgambatina di preparazione. All’arrivo ci aspettano le altre due macchine, alla fine siamo 17, un bel gruppo, un sacco di gente per una squadra piccola ma forte come la nostra. Il clima di inizio gara è come al solito adrenalico, gente, saluti, è la “prima volta” per Claudio visibilmente emozionato, poi ci sono tutti i “grandi”, e vari maratoneti Valter, Jump, Luigi, Fede, Mauro, la Raffa. Partiamo cerco qualcuno da seguire, Renato mi indica una ragazza che fa 4.40 a lei devo puntare, non avendo partners è una buona strategia. Mi affianca Ermete e viaggiamo insieme per quattro chilometri, fino al ristoro dove io non bevo. I chilometri sono veloci, mi sembra di andare bene, ed effettivamente la parte centrale è quella in cui sono andata meglio. Mi rendo conto che sto dando il massimo, ma che come al solito non basta per fare quello che vorrei, cioè stare sui 48’. Me ne rendo conto dopo il quinto, quando il ritmo si abbassa per un ventaccio forte che mi butta indietro. Io spingo e lui respinge. Siamo verso l’ arrivo, 10 km sono veloci e passano presto, comincio a vedere la gente già
arrivata e vedo anche Mauro e Raffaella che fanno il defaticamento, mi incitano e tiro fuori tutto quello che mi è rimasto, arrivo a tutto gas ne supero quattro o cinque in volata, che gusto. Il mio garmin dice 50’06 per un soffio (di vento, ma oggiAggiungi un appuntamento per oggi è il 25 aprile e quindi fischia il vento), o per la sosta al ristoro non sono stata sotto i 50’, e un po’ mi mangio le mani, ma va bene lo stesso, sento di avere fatto bene, e di avere dato il massimo o il meglio di me. D’altra parte c’è sempre la prossima gara per dare il meglio, e per fare meglio, no? Io gareggio e godo del risultato solo per il fatto di avercela fatta, di essermi messa in gioco, di non avere avuto paura di sfidare tutto quello che direbbe il contrario. Ma chi te lo fa fare? Stai a letto! Stai con la tua famiglia! Ma perchè tutta questa fatica? E invece no, anche questa volta sono andata e ho fatto quello che volevo e che mi fa stare bene. Arrivo, sorprendente pacco con porchetta, pasta e caciotta, molta festa da parte di tutti. Andati tutti bene, vedo facce sudate, felici e sorridenti. Aspettiamo le premiazioni, ce ne andiamo per ultimi, che stanno per smontare il palco. ( di Anna Angeli)
I tempi dei nostri atleti alla 26° Corrilucrezia 2010
LA PIU’ BELLA MARATONA D’ ITALIA – di Stefano Gentilini (Milano)
E’ un po’ che lo ripeto a chi mi chieda quale sia stata la migliore delle mie 10 maratone (finora): “La ColleMar-athon è la più bella Maratona d’Italia”. Eppure ormai ho corso Milano 2 volte, Verona, Reggio Emilia, la Milano-Pavia, Garda e addirittura Venezia dove accorrono runner da tutto il mondo: possibile che questa gara così “giovane” e così lontana dai più importanti circuiti podistici possa essere meglio delle sue sorelle maggiori? Beh, venite e provarla e immediatamente condividerete il mio giudizio: in nessun’altra Maratona in Italia troverete la stessa fantastica organizzazione, la stessa cura e attenzione per i dettagli, la stessa partecipazione, la stessa bellezza dei luoghi e dei paesaggi che ho vissuto prima, durante e dopo i 42 km da Barchi a Fano.
Troppo lungo sarebbe elencare i pregi di questa gara: vi basti sapere che qui, con 15 miseri €, vi trasportano da e per il luogo di partenza con bus navetta, vi danno la colazione col caffè espresso prima della partenza, 2 pasta party abbondanti e gustosi che mangerete non in piedi o appoggiati a un muro come dei profughi ma seduti a un tavolo insieme a tutti gli altri runner sotto un tendone caldo e accogliente, ristori ricchi come non mai, spogliatoi e docce calde a 50 m dall’arrivo, una medaglia in porcellana di quasi 9 cm di diametro che vi farà andare in giro con il collo piegato in avanti tanto è grossa e pesante, un pacco gara bello e ricco…
E poi vi sentirete accuditi e coccolati come neonati, con volontari precisi e presenti lungo tutto il percorso, gente entusiasta e cortese che vi saluterà, vi inciterà e vi offrirà da bere e da mangiare e infine vivrete quella fantastica atmosfera di convivialità e di accoglienza sia in partenza sia all’arrivo a Fano dove nessuno vi urlerà attraverso un altoparlante “Mancano 5 minuti al termine tassativo per la consegna delle vostre borse, affrettatevi!” ma piuttosto “Non vi preoccupate, potete depositare la vostra borsa anche pochi secondi prima del via, prendetevi tutto il tempo che vi serve…”
Attenzione, non venite qui per fare il tempo: è sì classificata come una downhill course – cioè una gara dove un eventuale record del mondo non potrebbe essere ratificato dalla IAAF a causa del dislivello negativo di circa 300 m tra arrivo e partenza – ma è piena di saliscendi spaccagambe e passaggi duri (ma straordinari) all’interno di castelli e borghi storici che non vi daranno tregua per i primi 30 km e che le vostre gambe si ricorderanno bene per diversi giorni.
Quest’anno, tuttavia, c’è stata una grossa pecca: il Presidente del Comitato Organizzatore Annibale Montanari e i suoi collaboratori non sono riusciti a organizzare una bella giornata di sole e ci siamo dovuti accontentare di un tempo grigio e di un cielo coperto – spesso inframmezzati dalla pioggia – che non hanno certo reso giustizia ai panorami mozzafiato, ai borghi medioevali e a gli altri luoghi fantastici che si incontrano sul percorso.
Ma statene certi, qui la cura per i maratoneti è così importante e prioritaria che l’anno prossimo si organizzeranno anche per questo e troveranno il modo di confezionare una bella giornata di sole (non troppo calda, però…)
Grazie di cuore a tutti voi e arrivederci all’8 Maggio 2011! ( da: www.collemar-athon.com )
I tempi dei nostri atleti alla 8° Collamar-athon 2010
La dodicesima edizione della Maratonina dei Fiori può essere archiviata con un bilancio positivo. Il nuovo record di iscritti e di atleti arrivati al traguardo confermano la gara sambenedettese come uno dei principali punti di riferimento nelle agende dei runners di tutta Italia.
Complessivamente sono stati ben 1.800 gli atleti iscritti nelle varie ompetizioni e di questi 1.331 si sono confrontati sulla distanza della mezza maratona perfettamente organizzata dall’Atletica Avis di San Benedetto. In una giornata grigia ma con clima ottimale per correre la vittoria è stata conseguita dal marocchino Lalaami Cherqaui in 1:07’18” tra gli uomini mentre tra le donne è stata Laura Giordano in 1:16’19 a tagliare per prima il traguardo.
Da segnalare comunque che nessuno è riuscito ad abbassare il record della manifestazione che per gli uomini è di 1:03:25 mentre per le donne è di 1:15 stabilito da Marcella Mancini. Nella gara di ieri, tra gli uomini, al secondo posto si è classificato Cherkaoui El Makhrout (Marocco) con il tempo di 1:07:59 mentre al terzo posto è giunto il keniano Kipsang Biwott Zakayo il quale corre con i colori dell’Atletica Potenza Picena con il tempo di 1:08:32 al quarto posto l’ucraino Oleh Ivanyuk con il tempo di 1:08:34 e al quinto posto il primo degli italiani Michele del Giudice di Pescara con 1:08:35
Tra le donne, invece, alle spalle della Giordano si è classificata Sonia Cionna dell’Atletica Potenza Picena con il tempo di 1:21:09 ed al terzo posto Michela Pannacci di Perugia che ha fatto fermare il cronometro sul tempo di 1:24:20.
I tempi dei nostri atleti alla 12° Maratonina dei fiori 2010
Domenica 11 aprile, ore 10.30, in Italia e nel mondo si corre Vivicittà 2010 per l’integrazione e contro ogni forma di razzismo: fatti come quelli di Rosarno ci restituiscono l’immagine di un’Italia succube dell’emergenza, incapace di attuare politiche d’accoglienza e di integrazione, di programmare e gestire possibili forme di convivenza sociali. Questi episodi denotano la necessità di iniziative che riportino al centro dell’attenzione i diritti di ognuno a vivere, lavorare, studiare, praticare sport nei territori dove si sceglie di abitare; i diritti per tutti ad una vita dignitosa e nel rispetto della propria cultura. Per questo Vivicittà vuole diventare una corsa contro il pregiudizio ed il razzismo strisciante e per un mondo sempre più a colori.
Vivicittà 2010 si corre nei 12 campi profughi palestinesi in Libano, nel campo di Shu’fat a Gerusalemme Est e nel quartiere Yarmouk a Damasco, in Siria, dove è molto alta la concentrazione di palestinesi. I ragazzi di tutti questi campi correranno in contemporanea domenica 18 aprile, una giornata diversa organizzata per loro dall’Uisp insieme all’UNRWA, Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente.
Vivicittà 2010 raccoglierà inoltre fondi per la costruzione di un playground all’interno del campo libanese di Beddawi, a nord di Tripoli, uno dei campi in cui le condizioni di vita sono più dure.
A dare il via alla XXVII edizione di Vivicittà sarà ancora una volta la voce amica dei giornalisti del GR1, impegnati al fianco dell’UISP – Unione Italiana Sport Pertutti – sin dalla prima edizione.
Tutti i corridori d’Italia, da Aosta a Trapani, sono invitati a percorrere il percorso competitivo di 12 chilometri: i risultati della gara dipenderanno dalla classifica unica compensata, comprendente tutte le città partecipanti.
Per tutti coloro che vogliono vivere una giornata all’insegna dello sport, proteggendo l’ambiente e riconquistando spazi cittadini, è aperta la corsa non competitiva di 4 chilometri, da percorrere di corsa o anche passeggiando.
Vivicittà 2010 consolida il suo impegno verso l’ambiente: tutte le 36 città partecipanti saranno infatti coinvolte nel progetto di analisi ambientale cominciato nel 2007. Uso di materiali riciclati e riciclabili e dell’acqua di rete, raccolta differenziata dei rifiuti, riduzione della mobilità indotta: piccoli gesti di cui Vivicittà si appropria e che vuole condividere con tutti i partecipanti, a cui quest’anno si aggiunge un primo tentativo di monitoraggio dell’aria durante la manifestazione.
Vivicittà 2010 in Italia si corre a:
ALESSANDRIA, AOSTA, BARI, BOLOGNA, BOLZANO, BRESCIA, CAGLIARI, CALTANISSETTA, CAMPOBASSO, CIVITAVECCHIA, FERRARA, FIRENZE, FROSINONE, GENOVA, GORIZIA – NOVA GORICA, GROTTAGLIE (TA), LATINA, LECCE, LIVORNO, MATERA, MESSINA, MODENA, ORISTANO, PALERMO, PARMA, PERUGIA, PESCARA, REGGIO EMILIA, RICCIONE, ROMA, ROVERETO, SIENA, TORINO, TRAPANI, TRIESTE, URBINO, VIAREGGIO.
Nel mondo a: BELEM, BRON, BUDAPEST, DAKAR, FOUCHÈRES, GOMEL, KINSHASA, MAKENI, NOVA GORICA – GORIZIA, POLA, PRIJEDOR, ST ETIENNE DU ROUVRAY, SAINT OUEN, SARAJEVO, TUZLA, VIEUX CONDÈ, YOKOHAMA, ZAVIDOVICI.
Si corre anche in 12 campi profughi palestinesi del Libano: MAR ELIAS, BURJ EL BARAJNEH, DBAYEH, SHATILA, EIN EL-HILWEH, MIEH MIEH, EL-BUSS, RASHIDIEH, BURJ EL-SHEMALI, NAHR EL-BARED, BEDDAWI, WAVEL.
I tempi dei nostri atleti al 12° Vivicittà Urbino 2010
La maratona di Vienna ad Henry Segut Successo keniano anche fra le donne con Helen Kimutai
Dominio degli atleti keniani alla maratona di Vienna: nella prova maschile si e’ imposto Henry Segut, fra le donne successo di Helen Kimutai. Segut ha tagliato il traquardo dopo 2h8’40”, precedendo il connazionale Joseph Lomala Kimospo. La Kimutati ha invece percorso la classica distanza di 42,195 km in 2h31’05”; 2/o posto per l’altra keniana Irene Kemunto Mogaka.
I tempi dei nostri atleti alla Vienna City Marathon 2010
Si è svolta la 31ª edizione del trofeo podistico “Città di Senigallia” 10° Memorial Marcello Perini. La gara come di consuetudine viene disputata Lunedì di Pasqua. Un appuntamento al quale molti atleti (marchigiani e non) non hanno voluto mancare, nonostante le avverse condizioni climatiche del 5 aprile. Gli atleti, oltre 300, si sono impegnati in una gara che li ha visti correre per tutto il tempo con pioggia e forte vento. Vincitore in campo maschile Andrea Gargamelli (Stamura Ancona), in campo femminile ha trionfato Simona Santini (Atletica Brescia), già vincitrice del trofeo negli anni 2006, 2007 e 2009. Alla consegna dei premi era presente il neosindaco Maurizio Mangialardi.
Anno di grandi cambiamenti per la Società di Pesaro: prima cambia nome e diventa Banca di Pesaro, poi cambia ritrovo, partenza, percorso e arrivo del famoso Giro del Faro, giunto quest’anno alla sua 16a edizione. Tutti i concorrenti hanno apprezzato il nuovo percorso che si tuffa direttamente nel meraviglioso Parco del San Bartolo, un po’ impegnativo, o forse un po’ molto impegnativo, soprattutto nel finale verso il decimo chilometro dove ci sono 200 metri di salita con una pendenza del 20%. La gara parte subito con un po’ di bagarre grazie all’iniziativa di Corrado Bellofiore che rimane in testa fino al primo chilometro. Poi, a seguire Bussolotto, Perazzini, Romagnano, Santini. La salita lunga, comunque, inizia a delineare l’ordine d’arrivo, che rispecchia quello del pronostico: Bussolotto vince in 42’14” davanti a Perazzini che chiude in un ottimo 42’44. In campo femminile, vince la dominatrice di tutte le gare emiliano-romagnole-marchigiane: la Rumena-Romagnola Ana Nanu che gestisce bene la gara sulle avversarie le sorelle Borghini. Anche in questa gara del Mare-Verde-Monte c’è stato un notevole aumento dei competitivi registrando il record di 428 iscritti e ben 418 classificati. (da: www.tuttopodismo.it)
Le Marche, regione plurale. Molti angoli, molte sfumature. Così due settimane fa correvamo sui monti con mezzo metro di neve per parte, e oggi ci specchiamo nell’acqua azzurrissima dell’Adriatico. Si parte con l’ora legale, per cui la sveglia è all’alba che annuncia una giornata limpida e meravigliosa di colori. Turchese il cielo, verdi i campi, rosa gli alberi. È ufficiale è primavera. Il momento di gloria dei runners, dove si raccolgono i frutti di quello che si è seminato durante l’inverno, e prima dell’arrivo dei grandi caldi che faranno diventare molto difficili anche le cose più semplici. Arriviamo e vedo già una gran folla, si capisce che è una gara importante, mi è stato detto che l’anno scorso i partecipanti erano centinaia, e di certo sarà ancora così, partecipano un sacco di squadre con tutti i loro atleti. Ci iscriviamo, ritiro dei pettorali, nella calca della partenza praticamente non mi riscaldo, siamo stretti e stipati, intravedo Walter, Raffaele, la Raffaella, e in un attimo sento già il colpo di pistola. Mi ci vuole un po’ a realizzare che è già ora di partire, ma siamo incanalati e stretti che per un bel po’ non ci si muove, e intanto il cervello sta iniziando a pensare, ci siamo, è la gara, corri, divertiti, suda, fatica, dai il meglio di te, lasciati andare senza paura. Viste le mie partenze sprint che non portano molto lontano e sapendo che inizia subito la salita il primo chilometrino lo macino bene e giusto, ma la salita arriva, la salita, lo sapevo, me l’aspettavo, ma nel mio cuore dico “No! Già qui! Qualcuno mi teletrasporti in cima!” e invece è tutta da fare questa fatica, non ci si può sottrarre. Chi corre lo sa. Nessuno te la può togliere. E’ tutta tua, tutta da fare, da sputare, da bestemmiare, da amare, da odiare. Ma è proprio e solo esclusivamente tua. Così un passo dopo l’altro mi ci sono messa, schiena curva, ogni passo uno sforzo, ogni passo farne un altro, ogni passo non mollare, ogni passo non rallentare, ogni passo avanti. Tre km così di una salita ferma e decisa, non devastante, ma dura. Tornanti, gira e via, un altro, almeno sei, stretti e continui. Sudore sugli occhi, maglietta appiccicata addosso. In cima alla salita inizia un’altra gara, ma io non lo so, giustamente mi manca l’ esperienza e sono tutte cose nuove per me. Ci mandano dentro il bosco, in una stradina fresca e ombrosa e lì, dentro quell’ombra e in quel profumo facciamo un incessante ed esasperante saliscendi, che continua per vari km, psicologicamente la salita e la discesa continua sono devastanti, oltre che spacca-gambe. Ma oggi mi sento coraggiosa, in discesa vado forte, come sto provando a fare da un po’ e vedo che funziona. Vengo sorpassata in salita da quelli che riprendo nella discesa dopo. Procedo con lo stesso gruppetto per un po’. Mi sento bene, vedo che riesco a mantenere i miei tempi senza perdere secondi, anzi ho lasciato dietro qualcuno, per cui capisco che sto facendo la mia gara. A un certo punto vedo quelli davanti che camminano tutti. Non mi era mai capitata una cosa del genere, cioè ogni tanto si vede qualcuno camminare, ma mai che non corra proprio nessuno. Decine di runners che cedono a qualche centinaio di metri di un muro francamente inaccessibile. Cammino anche io e come no, fino a che si vede la luce. Abbiamo girato intorno al monte, e ora ne usciamo, per ritornare a casa. Degli ultimi km ricordo poco, se non la luce abbagliante riflessa dal mare, le auto che ci sfrecciano intorno, le bici in ogni dove. Il fatto di non sapere quanto duri ancora, non mi sono chiari i km alla fine. Forse potrei slegare un po’ di più. Non credo di avere dato tutto nell’ultimo paio, non so bene cosa mi aspetta tengo una riserva. Me ne accorgo quando vedo Stefano che mi saluta (sesto assoluto, primo di categoria, fortissimo!) accelero e ne ho ancora. Arrivo. La soddisfazione della gara fatta, due chiacchiere con Mauro, Raffaella e Adele. Gli altri li intravedo in fretta, non so bene le prestazioni ma so che sono andati bene tutti: Luca, Loris, Luigi, Walter, Adele, Danilo, Stefano, Mauro, Raffaella e Raffaele, e me, anche oggi un bel gruppo, un bella squadra, una bella mattina di sole condivisa insieme. (Di Anna Angeli)
In 1500 oggi hanno scelto la “25^ Maratonina di Primavera”, con ben 343 competitivi. Fra questi al secondo km si è trovata in testa la coppia formata dall’idolo di casa Gianluca Borghesi e da Adil Lyazali, il quale è rimasto coperto nelle ascese inserite nel cuore del percorso, per lanciare la stilettata letale a due terzi. Negli ultimi 7 km Borghesi ha sperato di riagganciare il fuggitivo, sapendo delle sue fatiche il giorno prima sui prati bolognesi, ma vanamente, così si è accontentato dell’ottimo 1.08’45”, però a 59” dal vincitore marocchino. Terzo il foggiano Quitadamo (1.11’03”). I marocchini hanno rischiato l’accoppiata, perché la sconosciuta Siham Laraichi è restata incollata ad Ana Nanu sino alla salita dell’ottavo mille. Poi è saltata, anche di testa, lasciando scappare la rumena di casa verso il trionfo, ottenuto in 1.23’29”, e facendosi rimontare dall’altra indigena Fausta Borghini (1.26’04”), per chiudere mestamente terza a 4’11”. Nelle 8 categorie successi per Bacchiani, El Hachlimi, Squadrani, Magnani, Accalai e fra le donne Graffiedi, Gigliola Borghini e Canarecci. (da: www.corriromagna.it)
I tempi dei nostri atleti alla 25° Maratonina di primavera 2010
L’ETIOPE GENA TRIONFA A PIEDI NUDI IN VIA DEI FORI IMPERIALI COME BIKILA. TRIPLETTA ETIOPE TRA LE DONNE: VITTORIA BIS PER LA DADO
A piedi nudi, cinquant’anni dopo. Come Abebe Bikila sul traguardo dell’Arco di Costantino alle Olimpiadi di Roma 1960. Il 25enne etiope Siraj Gena (2h08’39”) ha trionfato oggi nella 16^ edizione della Maratona di Roma, dedicata alla memoria del mitico campione passato alla storia per aver vinto un titolo olimpico senza scarpe. Dopo il 30° km Gena è andato in fuga insieme al keniano Benson Barus, il grande favorito della corsa, e lo ha staccato al 37° km. Il suo tempo, che migliora di oltre 2’ il suo primato, è l’ottavo di sempre nella storia della Maratona di Roma. Terzo il keniano Nixon Machichim in 2h09’08”. Tra gli azzurri, il 41enne Migidio Bourifa è sempre rimasto con il secondo gruppo e ha chiuso al 7° posto in 2h12’34”, miglior prestazione italiana dell’anno. L’attesissimo esordiente Daniele Meucci ha invece un po’ faticato nel finale, ma è riuscito a concludere la gara all’11° posto in 2h13’49”. Tra le donne l’Etiopia ha fatto addirittura tripletta, al termine di un finale entusiasmante. Sul traguardo di via dei Fori Imperiali si è imposta l’etiope Firehiwot Dado Tufa, che ha replicato il successo dello scorso anno, con il tempo di 2h25’28”. Subito dietro le connazionali Kebebush Haile (2h25’31”) e Mare Dibaba (2h25’38”), che era all’esordio sulla distanza. Strepitosa anche la prestazione di Alex Zanardi, che ha dominato la gara per handbike con il tempo di 1h15’53”, migliorando il primato del percorso che era di 1h18’12”. (http://www.maratonadiroma.it/default.aspx)
I tempi dei nostri atleti alla 16° Maratona di Roma 2010
” Corsa a Piandimeleto, parte un po’così. Mi chiama Valter venerdì mi fa, c’è questa “corsetta” è per beneficienza, qualcuno ci va, una roba non competitiva. Pareva tipo la passeggiata delle Giovani Marmotte, io, certo, perchè no, (tanto sabato devo fare solo 800 km di macchina e metà della mia famiglia ha un virus gastro). Ma se mi mi fanno una proposta e se si tratta della corsa mi viene da dire di sì, comunque. E poi pensavo fosse una cosa così, tranquilla.
Il giorno prima della gara si crea quel fermento, telefonate, organizzazioni, assembramenti di macchine. Chi c’è, chi non c’è. Lascio Dani che sta male cappottato sul divano a badare i bambini, mezzo secondo di senso di colpa, ho voglia di correre, ma più che altro di correre bene, che è una cosa che ultimamente non mi è riuscita tanto.
Io scarrozzata da Luigi e con la Raffaella viaggio sul velluto, come essere con i miei cugini. Arriviamo, è vicino casa, poco più di mezz’ora, ma è come un altro mondo. La neve che è caduta abbondante i giorni scorsi qui non si è ancora sciolta e ci sono dei mucchi alti ai bordi della strada, nonostante la primavera sia veramente dietro l’angolo. Chiedo informazioni sul percorso e ho risposte contraddittorie. Fino a che non c’è una salita a muro e mi viene detto, si passa di qui. Il terrore si impossessa di me. Mi immagino tutti i top, e gli uomini ben allenati passarmi davanti, e restare io come un salame per ultima. Mi immagino sbagliare strada in qualche bivio e andare in tutt’altro posto. Mi immagino arrivare infine al traguardo che stanno smontando i banchetti, chiedere un po’ d’acqua e sentirmi dire, no guarda, stiamo andando via, è finito tutto. Mi immagino Luigi che mi lascia lì, stanco di aspettare.
Piandimeleto ha un’unica strada verso una piccola piazza, su cui da lontano si staglia il gonfiabile. Vediamo un po’di gente, si conoscono un tutti. Sono quelli di qui, di questa provincia. SI scambiano battute, frasi scherzose. I più forti si guardano intorno per vedere con chi è la gara, e se sarà dura. Anche se siamo pochi, forse una settantina, le donne non più di sette o otto, e non c’è ressa nè folla comincia a serpeggiare l’adrenalina del pre-gara, faccio un riscaldamento decente con la Raffa e l’Adele e sento che oggi potrebbe essere una bella corsa.
Cerco di non avere paura, ma i primi due chilometri li faccio come non avessi le gambe, leggera e con il cuore che batte forte, senza sentire nulla. So che sono al di sopra delle mie possibilità, per cui mi dico, rallenta, ma proprio non ce faccio, è come volare. Non sento fatica, non sento sforzo, è normale e giusto così.
Nelle varie versioni che ho avuto del percorso mi è stato detto che la salita iniziava quasi subito, dopo 3 km e un po’, per tirare almeno altri 3 km, con il garmin ho visto che si è trattato di 321 m. di dislivello, quindi non poco. Quando ero lì ho beccato uno che era messo peggio di me, a sua volta tirato dall’amico di buon cuore (oh, avessi io degli amici così). Cosi mi sono attacata al tram e mi sono servita di loro, per farmi trainare in vetta. Arrivati in alto il mio I-pod per puro caso ha attaccato il pezzo di Elisa e Giuliano dei Negramaro, ti vorrei sollevare, che è emozionante e bellissimo, per me pieno di significato. Così ho mulinato le braccia, ho cercato di sciogliermi e sono partita come un missile verso la valle. Vedevo i due soci ad ogni tornante un giro sopra e gli facevo ciao ciao con la manina. Nella discesa mi è accaduto anche di superare quattro o cinque baldanzosi giovani che dal look mi sembravano più calciatori prestati alla corsa che veri e propri runners e che mi avevano ripreso in salita. Collinare, discesa, la gara era un cerchio, si ritorna a casa. Gli ultimi due chilometri in falso piano non ci credevo, avevo finito ogni benzina, ogni risorsa, ogni aggancio mentale. Con la corda dell’occhio vedo dietro qualcuno che si avvicina e mi dico se mi superano mi metto a camminare, ne sono sicura, così, forte di questa convinzione, con più cuore che fiato, sono arrivata al traguardo. Di donne aveva vinto la Raffa, che nel frattempo aveva fatto in tempo ad andare dal parrucchiere a farsi fare una messa in piega, di uomini l’inarrivabile Santos. Quando hanno fatto le foto gli ho urlato, ehi voi due, vi fate sempre riconoscere. Mi hanno detto che sono andati bene tutti, Loris, Raffaele, l’Adele bravissima poco dietro la Raffa, Luigi, Michele, Davide, Walter, Giacomo che è venuto con noi aveva fatto il percorso breve di 7 km. Tornando a casa ho saputo del tempone di Federico a Treviso, 2.50. ” (di Anna Angeli)
L’arrivo che non t’aspetti. Praticamente a braccetto, tra due azzurri. Ottaviano Andriani e Daniele Caimmi hanno prolungato la tradizione italiana alla Treviso Marathon, dove gli stranieri si sono imposti solo in due occasioni su sette. Ha vinto Andriani, ma il verdetto serve solo per gli annali, perché in realtà il poliziotto pugliese, alla sua prima Treviso Marathon, e Caimmi hanno rinunciato alla volata, presentandosi affiancati sul traguardo. Identico il risultato cronometrico: un buon 2h12’49″, con il fastidio del vento contrario per un discreto tratto di gara. E identica la gioia: Andriani non correva una maratona dall’Olimpiade di Pechino; Caimmi si era riproposto su buoni livelli, dopo varie vicissitudini, solo l’anno scorso a Firenze. Ieri hanno festeggiato entrambi. Dopo un passaggio a metà gara in 1h05’57″, con gli azzurri a tenere il ritmo delle “lepri”, la corsa si è improvvisamente animata al 26° km, quando Caimmi ha forzato l’andatura, staccando sia Andriani che Errebbah. Il suo vantaggio è cresciuto sino a sfiorare i 20″, ma poi, a partire dal 32° km, il finanziere marchigiano ha iniziato ad accusare la fatica e lì è cominciata la rimonta di Andriani. L’aggancio al 36° km, con Treviso ormai alle porte. Poi i due azzurri hanno corso spalla a spalla sino al traguardo, dove sono giunti separati da pochi centimetri. Applauditi anche dal selezionatore azzurro Luciano Gigliotti, che ha confermato la candidatura di entrambi per gli Europei di Barcellona. Terzo, in 2h16’32″, a completare un podio tutto italiano, Mostafa Errebbah. Nella gara femminile, terzo successo etiope a Treviso, dopo Alemu (2005) e Gemechu (2007). Merito della giovane, minuta e timidissima Amelework Fikadu Bosho, un’outsider che sulle strade della Marca si è migliorata di quasi 4 minuti in un colpo solo, chiudendo in 2h33’09″. Argento per la keniana Chepkorir, scesa a 2h35’37″. Subito dietro, la tricolore 2009, Laura Giordano, confermatasi comunque sui livelli dell’anno scorso, con 2h35’52″. Tra i disabili, argento, dopo una gara velocissima, per Alex Zanardi, penalizzato da un piccolo errore di percorso (e conseguente caduta) a poche decine di metri dal nuovo e apprezzato traguardo di Borgo Mazzini, con vittoria andata a Paolo Cecchetto (1h07’24″, 23″meglio di Zanardi). E’ stata, per la provincia di Treviso, un’altra grande domenica di sport, favorita dalla giornata di sole. I circa 2.300 classificati nella 42 km (ai quali vanno aggiunti 250 pattinatori) confermano la corsa trevigiana nell’Olimpo delle maratone italiane. I conti si faranno ovviamente a fine anno, ma Treviso ha le carte in regola per riproporsi come la più partecipata tra le maratone di provincia, alle spalle delle prove che si svolgono nelle grandi città, dove il richiamo turistico è fortissimo. A margine della maratona, oltre 4.000 persone (con una rappresentanza di 25 scuole e una ventina di gruppi podistici amatoriali) hanno partecipato alla Tuttincorsa, la doppia stracittadina organizzata da Trevisatletica e Fiasp. Quasi settemila persone, di corsa, in una domenica, non sono poche. Ma ciò che in qualsiasi parte d’Italia sarebbe motivo d’orgoglio, a Treviso, quest’anno, è stato troppo spesso interpretato in chiave negativa. La miglior risposta è venuta dalla gente: dalle decine di migliaia di spettatori che si sono assiepate lungo il percorso di gara, con baricentro della festa a Ponte della Priula, dov’è stato un tripudio di bandiere e musica, alle tante persone (compresi i duemila volontari) che hanno voluto essere parte dell’evento. Il territorio ha espresso in maniera chiara il suo affetto per la manifestazione, contribuendo a rinnovare la fama di una maratona che, per partecipazione popolare, è stata definita la “New York d’Italia”.
CLASSIFICHE. Uomini: 1. Ottaviano Andriani (FF.OO.) 2h12’49″, 2. Daniele Caimmi (FF.GG.) 2h12’49″, 3. Mostafa Errebbah (Podistica 2000 Marenese) 2h16’31″, 4. Taoufique El Barhoumi (Salcus) 2h18’58″, 5. Hermann Achmueller (Sudtiroler) 2h18’59″, 6. Filippo Lo Piccolo (Violettaclub) 2h19’25″, 7. Giorgio Calcaterra (Running Club Futura) 2h22’30″, 8. Patrick Engstrom (Sve) 2h23’37″, 9. Marco Boffo (Brema Running Team) 2h27’28″, 10. Franco Plesnikar (“M. Tosi” Tarvisio) 2h27’28″.
Donne: 1. Amelework Fikadu Bosho (Eti) 2h33’09″, 2. Emily Perpetua Chepkorir (Ken) 2h35’37″, 3. Laura Giordano (Industriali Conegliano) 2h35’52″, 4. Josephine N. Wangoi (Paratico) 2h41’04″, 5. Laura Cavara (Città di Padova) 2h47’17″, 6. Epiphanie Nyrabarame (Ruanda) 2h48’09″, 7. Marta Santamaria (Brugnera Friulintagli) 2h57’28″, 8. Federica Poesini (Marathon Club Città di Castello) 2h59’25″, 9. Rosanna Saran (Idealdoor Lib. S. Biagio) 2h59’36″, 10. Roberta Lazzarotto 2h59’38″.
I tempi dei nostri atleti alla 7° Treviso Marathon 2010
Di acqua ne è caduta tutta la notte di sabato, ma l’indomani mattina, il grande giorno, ha rallentato l’intensità, lasciando spazio però ai 3 gradi ventosi. Questo non ha scoraggiato i quasi 3.000 concorrenti giunti pimpanti al Pala De Andrè, ma alcuni non si sono nemmeno azzardati a mettere il naso fuori. Sfiorato quota 500 invece nella sezione agonistica che prevedeva l’impegno sui classici km 21,097, dei quali un terzo sterrati. Come previsto si è sviluppato un duello Marocco-Kenya fin dai primi metri, con il solo Massimo Tocchio a tentare la sorpresa, ma le spinte erano troppo intese. Così ci si ritrova al 5° km (split di 15’38”) con un triumvirato solo soletto: i keniani Mathew Rugut e Julius Too che stringevano nella morsa il maghrebino di Lavezzola, Taoufique El Barhoumi. Stesso copione duemila metri dopo, quando il fondo da asfaltato si tramuta in sterrato, entrando nei viali della pineta che collega Punta Marina a Marina di Ravenna. Pozzanghere che sembrano laghi aumentano la fatica, ma rendono affascinate la tenzone, che vive un sussulto a metà tragitto col traguardo in memoria di Taccoli, Bellettini e Segurini. Il primo a tagliarlo è Rugut (33’) e si fantastica che possa involarsi come fu nel 2009, ma stavolta le forze latitano e qualche dolore intestinale dovuto al freddo gli consigliano di attendere altre soluzioni. Intanto dietro Tocchio raccoglie africani asfissiati e si porta a ridosso dal podio, ma con un minuto e mezzo di divario. In testa sono sempre i keniani a dettare il ritmo e nel tratto sulla Piallassa Piomboni, che porta al km 14, El Barhoumi sembra pagare lo sforzo, invece sta andando al traino per non sprecare energie. Gli ultimi 7 km di asfalto per ritornare alla base servono per stancare ulteriormente i due battistrada, che a 500 metri dalla fine si fanno infilare come birilli da un indemoniato El Barhoumi, che siglando 1.05’04”, fa sua un’altra maratonina romagnola, dopo Voltana, Fusignano ed Alfonsine. A 3” finisce un inconsolabile Too, mentre Rugut ne colleziona 8. Ottimo quarto il ferrarese Tocchio in 1.08’23”, che precede Kandie di 66”, Haoul di 2’06”, poi giungono i bolognesi Cavalli (1.12’12”), Catozzi (1.12’32”) e Bernabei (1.13’24”), che chiude ex aequo con il primo ravennate Alan Severi. Nella graduatoria over 50 s’impone il piacentino Claudio Gelosini (1.14’57”), mentre fra gli over 60 un sempre tonico Loris Viroli (1.22’15”). Poco da dire sulla prova femminile dominata in lungo e in largo dalla 25enne keniana Emily Chepkorir (18’05” al 5°, 36’50” al 10° e 58’50” al 16°) col tempo di 1.16’52”, ma se fosse stata a casa ora tutti gli onori della cronaca sarebbero per la romagnola Silvia Savorana, che con la solita prova da metronomo vola sul traguardo dopo 1.20’53”, con 1’26” dall’altra outsider trentina Carla Verones. Ai piedi del podio ancora Romagna, grazie Gigliola Borghini (1.26’53”) e Samantha Graffiedi (1.29’46”), ma anche nelle graduatorie regionali master, con le stesse Savorana e Borghini, affiancate da Dotti, Lanzoni, Casadei, Mengolini e Monti. Gli uomini non sono stati da meno grazie a Cavalli, Severi, Valeri, Guidazzi, De Vita, Menghi e Sirotti, lasciando agli emiliani solo i titoli di Gelosini e Vanzi. Raccolte più di 100 paia di scarpe da spedire in Benin nel progetto “V. e P. for Africa”, presente la staffetta della Scuola Media Daminao-Novello e infine partenza con le note degli Inti Illimani per ricordare il terremoto che ha colpito il Cile. L’Ufficio Stampa, Danny Frisoni.
I tempi dei nostri atleti alla 36° Valli e Pinete 2010
Ieri mattina al via della mezza maratona agonistica si son presentati in 386 col pettorale sfidando il ghiaccio, ma le fasi iniziali non sono state scoppiettanti, con un plotone di 6 atleti davanti, al passo di 3’30”. Dal 6° km Silvio Gambetta prova alcuni cambi di ritmo e ne fa le spese Perazzini, ma il colpo definitivo lo inferge Borghesi all’ottavo, compiendo la selezione con un 3.000 corso in 9’30”, lasciando il piemontese, Squadrani e Cavalli a contendersi l’argento, mentre il pugliese Quitadamo perdeva ulteriore terreno. La seconda metà corsa in solitaria più velocemente, denota lo stato di grazia del riminese allenato da Incalza, che comunque si è limitato a controllare eventuali rimonte, senza curarsi del crono che per lui infatti è appena sopra la sufficienza, cioè 1.10’22”. Alle sue spalle giungeva poi Gambetta, in 1.11’24”, che precedeva per 5” Squadrani, e più dietro Cavalli (a 55”), Quitadamo (a 2’33”) e Perazzini (a 3’53”). Fra gli over 40 Claudio Valeri, in 1.15’31” precedeva Severi (di 16”) e Giorgetti (di 20”); fra gli over 50 Ugo Moroni conquistava l’oro, in 1.17’41”, a scapito di Altini (a 42”) e Magnani (a 2’11”); mentre l’acerrima lotta fra gli over 60 è stata vinta ancora da Adolfo Accalai, cronometrato in 1.22’03”, nei confronti di Tirabassi e Viroli per soli 34” e 55”. La Savorana invece non è riuscita a tenere a freno la propria esuberanza, e sebbene non abbia mai corso seri pericoli per aggiudicarsi la prova, ha profuso tante risorse, forse troppe visto lo stato d’affaticamento dopo l’arrivo, per iscrivere di nuovo il suo nome nell’Albo d’oro. Infatti il suo 1.21’21” tecnicamente vale più di quello maschile e speriamo che il suo compagno-allenatore Massimo Poggiolini, al quale è andata la dedica per il 36° compleanno, sappia ricaricarle le batterie in questi 7 giorni. Dopo 4’21” ha chiuso Fausta Borghini, che insieme al marito Squadrani ha formato la coppia più veloce nel giorno di S.Valentino, seguita da Bourguiba (a 5’09”), Graffiedi (a 6’57”), e la sorella Gigliola, che in 1.30’57” ha primeggiato fra le over 40. Infine nella prova under 15 del “18° Gp Promesse”, che prima del via ha ricordato la scomparsa di Angelo Guerrini, hanno conquistato il successo Ravaglia, Pruni, Mengozzi, Bernardi e fra le femmine Ferri, Biondi, Zonzini e Lacchini. (da www.corriromagna.it)
Secondo successo consecutivo per il marocchino Abderrazak Haoul,mentre Fausta Borghini si prende la rivincita sulla ex tunisina Leila Akkari Bourguiba, seconda.” Trentennale per la Maratonina Città di Forlì organizzata dall’ASD Pol. Cava-Vetreria Bondi, manifestazione che però era alla 37° anno di nascita come Podistica delle 4 Frazioni, ai nastri di partenza complessivamente 2100 partecipanti che si sono suddivisi nei vari chilometraggi della manifestazione. Per quanto riguarda la parte agonistica-competitiva 264 gli iscritti e in 260 i classificati, dove per il secondo anno consecutivo il successo maschile è andato al marocchino Abderrazak Haoul terminando però con un tempo finale superiore di un minuto rispetto a quello del 2009, buon secondo posto per Laurent Squadrani (Olimpus S.Marino), seguito da Fabio Perazzini (idem), poi il ligure Andrea Bifulco (Corradini Rubiera), mentre tra i Veterani i successi sono andati a Ugo Moroni (Sidermec Vitali) e Adolfo Accalai (Atl.75 Cattolica). Tra le donne successo finale per Fausta Borghini (GPA S.Marino) ripetendo quello del 2008, alle sue spalle la tunisina Leila Bourhiba (Atl.Lugo) in pratica si sono invertite le posizioni della scorsa edizione, terzo posto per Silvia Savorana, al 4° posto per Gigliola Borghini (Atl. Rimini Nord) che detiene ancora il record della corsa forlivese con 1.19’06” (2000) che insieme a Laura Fogli detiene anche il maggior numero di successi (4). Ordine d’arrivo maschile: 1° Haoul Abderrazak (Mar) 1.12.50, 2° Squadrani Laurent 1.13.29, 3° Perazzini Fabio 1.14.54, 4° Bifulco Andrea 1.15.00, 5° Valeri Claudio 1.15.50, 6° Gorini Giuseppe 1.17.22. Ordine d’arrivo femminile: 1^ Borghini Fausta 1.26.36, 2ˆ Bourguiba Leila 1.27.03, 3^ Savorana Silvia 1.29.16, 4^ Borghini Gigliola 1.32.46, 5^ Orselli Monica 1.32.58, 6^ Neri Florinda 1.34.52. (da www.corriromagna.it)
I tempi dei nostri atleti alla 30° Maratonina citta di Forli 2010
Anteprima di Primavera. Anche quest’anno il Sole e la temperatura mite hanno voluto onorare con la loro presenza questa bellissima manifestazione. Per quanto riguarda la gara competitiva già dai primi chilometri i top runners, un gruppuetto di 7 atleti, allungano senza indugi; d’altronde il percorso si presta bene a partenze molto veloci: la prima salita si trova verso il quarto chilometro. Ed infatti è qui che anche il gruppo degli inseguitori incomincia a sfaldarsi. Squadrani torna a competere con due settimane d’anticipo (aveva promesso che la prima gara sarebbe stata a marzo). In campo femminile, l’Ana Nanu stringe i denti e si arrampica sul gradino più alto del podio, nonostante i dolorini che la perseguitano da un paio di mesi, poi, le sorelle Borghini con una fantastica doppietta si aggiudicano il secondo e terzo posto. Purtroppo, grazie all’UCAF (Ufficio Complicazione Affari Semplici) della FIDAL ci sono sempre un po’ di problematiche per la premiazione degli assoluti, sopratutto quando sono stranieri e/o provengono da fuori regione. Quindi, secondo le nuove disposizioni/interpretazioni del regolamento FIDAL, Hajjy Mohamed è stato escluso dalle premiazioni in denaro, ma forse avrebbe dovuto esserlo anche Michele Quitadamo poiché proveniente dalla Puglia (regione non confinante). I giudici, ad unanimità hanno deciso di non assegnare a nessuno i premi degli esclusi, che però rimangono in classifica. Questa decisione nasce dal fatto che si sarebbero dovuti riassegnare anche i premi delle categorie B e C. Per le prossime gare sarebbe una bella idea fare gareggiare tutti, ma quelli che non possono accedere alle premiazioni creare una categoria a parte e con pettorale di colore diverso, così chi lotta per le prime posizioni può dosare meglio i propri sforzi. (da www.tuttopodismo.it)
I tempi dei nostri atleti all 11° Trofeo Don Pippo 2010
Prima giornata bella dopo una inverno freddo e piovoso, come deve essere l’inverno forse, ma non ci siamo più molto abituati. Allenamenti nebbiosi e bagnati, freddi pungenti, guanti, nasi che colano… solo un ricordo: oggi splende un sole caldo e avvolgente e l’aria che viene dal mare, anche se frizzante, porta con sè una speranza di primavera. La banda parte che è notte, il caffè è stralunato come le nostre facce. La barista sorride gentile, penserà i soliti pazzi. I ragazzi rientrano dalle serate folli.
Belle le tute nuove, vederci tutti insieme facciamo un certo colpo d’occhio. Carichi e desiderosi di divertimento si viaggia tranquilli fino a questo paese che ha il nome di un formaggio (o di un film porno?), Centobuchi. Se non lo conoscevo un motivo c’era.
Solito caravanserraglio alla partenza, si vede di tutto, un insieme eterogeneo di schiene che saltellano impazienti. Adrenalina. Pistola. Percorso iniziale squallidino in mezzo a due file di palazzi, con i bidoni dell’immondizia ai lati carichi di buste, due giri dell’isolato prima di poter partire veramente e poi via verso un paesaggio pianeggiante, fatto di periferia, campi, cavalcavia, strade con curve a gomito. Le nostre colline saranno più difficili da scalare, ma quando alzi gli occhi vedi il paradiso, mentre qui da ricordare già non c’è più niente, e infatti ho scordato tutto. Sono arrivati tutti i 10 partecipanti con Stefania Dini a un fantastico esordio che arriva a premio, e la conferma della fortissima Raffaella Valentini, runner di più esperienza e di grande talento. Da segnalare la grande prestazione del vice presidente Giampaolo Ioni e il pb di Michele Campana, in crescita sempre più netta.
Ma il bello come al solito inizia dopo la gara e le premiazioni, quando la banda si sposta verso il mare, raggiunta da consorti e pargoli, per andare a gustare un buon pranzetto di pesce annaffiato da un ottimo vinello bianco e fresco. Anche a tavola la squadra si fa valere, e in questo caso le menzioni d’onore (non mezzofondo ma senza fondo) vanno rivolte a Walter Olivieri e Mauro Serfilippi. Brindisi, risate, le ultime foto, gli appuntamenti per le prossime uscite. La squadra cresce, nell’agonismo e nella coesione, e questo rende il gruppo sempre più affiatato. (di Anna Angeli)
E’ il Curzi che non ti aspetti, quello visto alla 39. Cinque Ville di Bertinoro, baciata dal sole dopo una settimana di maltempo. Il tam-tam dei bene informati prospettava una presenza in tono minore per l’atleta di San Benedetto del Tronto, che dopo un 2009 denso di impegni e chiuso con il secondo posto nella maratona di Reggio Emilia, ricominciava la stagione proprio dal saliscendi disegnato sulle colline romagnole. A dargli fastidio ci doveva pensare Gianluca Borghesi, uno dei romagnoli di maggior spessore tecnico e uno dei più in forma del momento, nonché il campione in carica della gara. E invece Denis Curzi ha dimostrato d’essere ancora un gran campione, che s’è scarrozzato Borghesi e il marocchino Lahcen Mokraji, per poi disfarsene in un battibaleno prima di avvicinarsi al traguardo. Così il carabiniere da anni nel giro della nazionale s’è prima liberato di Borghesi nei pressi della Fattoria Paradiso, quella famosa per il passaggio nelle cantine, per poi replicare lo spettacolo attorno al 10° km, in una salita dura, dove Mokraji ha rallentato mentre Curzi (nella foto subito dopo il traguardo) se n’è andato via, per poi gestire il vantaggio con sicurezza e chiudere in 41’40”.
Assegnati i titoli regionali di corsa campestre all’Ippodromo Mori di Civitanova Marche (MC), per l’organizzazione dell’Atletica Maxicar. Nel cross lungo maschile seniores, sui 10 km, vittoria di Doriano Bussolotto (Atl. Potenza Picena), davanti a Mauro Marselletti (ASA Ascoli Piceno) e al compagno di squadra Antonio Gravante. Tra gli under 23, il migliore è Giovanni Moretti (6° assoluto), anche lui dell’Atletica Potenza Picena. Successo assoluto negli 8 km femminili per Simona Ruggieri (ASA Ascoli Piceno), su Catia Santini (Atl. Recanati) e Lucia Pepa (Atl. Amatori Osimo), a cui va il titolo promesse. Nella stessa gara erano impegnati anche gli juniores, con la vittoria di Stefano Massimi (ASA Ascoli Piceno), mentre nei 6 km per le under 20 primo posto di Roberta Zucchini (Civitanova Track Club). L’oro allievi sui 5 km va a Jacopo Silenzi (Atl. Avis Macerata), e tra le allieve si impone Alessia Beccacece (Sef Stamura Ancona). La manifestazione era valida anche come terza prova dei Societari master di cross. (da:www.fidalmarche.com)
I tempi dei nostri atleti ai CAMPIONATI REGIONALI INDIVIDUALI di corsa campestre
Una giornata particolare, quella di questa mattina a Caldese in occasione della 3° edizione del Cross omonimo…ci siamo alzati con la pioggia e poi intorno alle ore 8,15 si è trasformata in Neve (e che neve… spettacolare) sempre di più e sempre più insistente.Numerosissime le telefonate che provenivano dall’aretino,dalle marche, dall’emilia romagna dove si segnalavano difficoltà di passaggio ai valichi montani.Tutto ciò sollevava più di un dubbio nel realizzare la gara.
Vista la presenza di numerosi temerari,dopo un breve consulto, gli organizzatori ( Tiferno Runner e U.P.Policiano) decidono di dare il via alle partenze.
La prima partenza è stata ritardata di 15’ per permettere gli arrivati dell’ultimo momento di riscaldarsi e agli organizzatori di controllare il percorso affinchè tutto fosse a posto.Alle 9,45 il via della gara Femminile, i Veterani e gli Argento; circa 80 al via in uno scenario fantastico con neve fresca e terreno pesante tutto lungo il percorso.
Il freddo ed il bagnato, è stato sfidato in completa tenuta atletica (canotta e pantaloncini corti) da alcuni valorosi atleti come (Gibin Amilcare classe 1938).
Torniamo alla gara molto interessante per il duello fra Maurizio Vagnoli, Leo Fabbri e Danilo Pascucci in campo maschile mentre in quello femminile la lotta è stata tra Cristiana Artuso, Francesca Dottori e Caterina Giofrè, molto più tranquilla sembra invece la gara degli argento con l’assenza alla partenza di Rolando Di Marco (preventivamente iscritto) che lasciava via libera a Moreno Sinatti.
Al 2° dei 3 giri previsti allungava decisamente Maurizio Vagnoli della Maxy Car Civitanova Marche e quindi restava la lotta per il 2 posto che però si aggiudica Leo Fabbri della U.P. Policiano su Danilo Pascucci dell’Asal Foligno.
Nel settore femminile man mano che i giri aumentavano aumentava anche il divario fra le atlete per cui la Cristiana Artuso del Centro sportivo Esercito (nazionale di Cross) si aggiudicava la gara con un distacco netto su Francesca Dottori della S.S. Regal Catania e Giofrè Caterina dell’Atletica Castello buon 6° posto per Lucia Boncompagni della U.P. Policiano.
Nella categoria Argento vittoria netta di Moreno Sinatti della U.P.Policiano su Enzo Pizzono Asal Foligno e Angelo Caruso U.P. Policiano.
Alle ore 10,20 gara degli Assoluti maschi con una forte e agguerrita presenza degli atleti di casa della Tiferno Runners e della Polisportiva Policiano, sicuri protagonisti.
Il via degli oltre 80 atleti è stato molto veloce. Assenti i marocchini El Saki e Zain bloccati dalla neve, è Kabbouri, il marocchino favorito della corsa che si porta subito in testa seguito come un’ombra da Braganti, Occhiolini, Annetti e Lanzi.
Dopo il 2° dei 4 giri previsti il marocchino passa decisamente in testa con un piccolo margine di vantaggio (20\30 metri) su Filippo Occhiolini oggi in gran spolvero, leggermente staccati invece Annetti e Lanzi.Braganti paga la partenza molto veloce e perde un po’ terreno.
Il percorso nel frattempo si faceva sempre più insidioso e soprattutto nelle curve in discesa numerose sono state le cadute una delle quali particolarmente grave per Andrea Musumeci marito di Cristiana Artuso che si procurava una lussazione alla spalla destra.Subito soccorso dai sanitari viene trasportato all’ospedale. Dimesso con una ampia fasciatura alla spalla, ne avrà per qualche settimana.
Tornando alla gara nell’ultimo giro Jassin Kabbouri allunga decisamente andando a vincere con un vantaggio di circa 50 metri su di uno splendido Filippo Occhiolini mentre al 3 posto si piazza alla grande Simone Lanzi della Tiferno Runner su Alessandro Annetti. 5° Olivi Matteo (Atl. Avis Macerata) 6° posto per Giuseppe Cardelli (U.P Policiano), 7° Moroncini Fauzio (Asal Foligno), 8° posto per Davide Besi (Tiferno Runners) 9° Valter Scaramucci (U.P.Policiano) e 10° Braganti Claudio (Tiferno Runners). (da: www.tifernorunners.it)
La tregua climatica di ieri mattina ha permesso di svolgere regolarmente la 27^ Strapazeda”, scelta da 1080 concorrenti, con ben 340 agonisti adulti. Un numero inaspettato che ha creato disagi, però almeno il percorso misurava 10 km esatti. Nessun atleta fuori regione di vaglia, così i romagnoli hanno potuto furoreggiare mandando in testa Gianluca Borghesi ed Abdelatti Fraiha, che si sono sfidati ad armi pari sino al tv di metà gara, attraversandolo nell’ordine. Si pensava che la resa dei conti potesse avvenire in prossimità dell’arrivo al Circolo Acli, ma il 18enne marocchino al 6° km dà un saggio delle proprie potenzialità, attaccando il più esperto Borghesi, che non riesce a rispondere, lasciandolo scappare. La passerella finale alle porte di casa, infatti risiede a Sala, è chiusa in 31’55”, appena 11” sopra il record del percorso. Tra l’altro il ragazzo, che è passato nelle fila della Caritas Ostia, avrebbe dovuto gareggiare nella prova per under 19 sui km 3,7, dove Enrico Bellini ed Elisa Dall’Osso hanno conquistato il “5° Memorial Michael Lorenzini”, ma ha scelto di sfidare i più grandi, ed alla fine ha avuto ragione. Dopo 26” ha concluso Borghesi, che ha tenuto a bada Bruzzi (a 51”), Vittori (a 65”), Dell’Aquila (a 1’15”) e Perazzini (a 1’36”). Nelle graduatorie master hanno prevalso fra gli M40-45 Claudio Valeri (33’31”), fra gli M50-55 Ugo Moroni (34’51”) e Luciano Tirabassi (37’12”) nel gruppo over 60. La prova femminile aveva in Silvia Savorana la favorita d’obbligo e la modiglianese non si è fatta pregare, lanciandosi subito al comando, ma in vista di una lunga stagione crossistica non ha brillato come altre volte. Il tempo che l’ha lanciata nell’Albo d’oro, 38’46”, comunque non è da buttare e sulla sua scia si è migliorata Samantha Graffiedi (39’46”), che ha battuto Gigliola Borghini (40’24”) e la Neri (40’46”), per l’argento. L’Atl. Mameli si è confermata nella classifica societaria a punteggio, davanti all’Olimpia Nuova Running. (da www.corriromagna.it)
I tempi dei nostri atleti alla 27° STRAPAZEDA 2010