10° Giro dei 4 ponti – Post gara

 

Parlare di questa gara è come parlare di un figlio (con le dovute proporzioni, of course) cioè di qualcuno o di qualcosa che ami molto, e non sai o non puoi o non vuoi essere imparziale.
Quell’asfalto l’ho pestato molte volte, le domeniche mattina dello scorso inverno, quando mi svegliavo all’alba la domenica per trovarmi a correre con gente appena conosciuta ma che riconoscevo simile a me. Mi dicevano: “Questa è la nostra gara. Qui facciamo la nostra corsa.”
E lì per lì non capivo bene di cosa parlassero, di cosa si trattasse, che cosa volesse dire.
E invece oggi c’ero anche io, con quelli che poi, domenica dopo domenica sono diventati degli amici, e compagni di avventura.
Oggi il meteo prometteva tragedia e vendetta sui molti peccati che abbiamo commesso. Eravamo preparati e rassegnati a tutto quello che poteva essere, per cui le nuvole, i 18 gradi, e la pioggerellina solo alla fine, hanno reso le condizioni ideali per una bella gara, e una bella prestazione. Arrivo in Piazza, clima di grande operosità, tutti indaffarati con le ultime iscrizioni della mattina (alla gara competitiva più di 300! un gran numero) incontriamo con Claudio e Robert amici del Forum Asics e poi Gabriele, scambio di battute, si sdrammatizza. Io sento salire la tensione ma sono serena, so che mi divertirò, perchè è questa la mia regola: è un gioco!
Nel Giro dei 4 Ponti si parte poco sotto la piazza, qualche centinaia di metri dentro al cuore della città vecchia di Urbania, e subito sulla provinciale. Da lì a destra verso la collina. Per i prossimi chilometri il percorso non incontra altro se non alberi case coloniche cani mucche cavalli una chiesa nessuna macchina.
Questo è la mia strada, la mia gara, qui mi sento a casa. Sono in forma, so che questi giorni sto crescendo. Con calma e tenacia, non mi scoraggio, e costruisco mattone su mattone una condizione che mi possa permettere di gareggiare, ma soprattutto di stare bene, di migliorare, di raggiungere nuovi obiettivi.
Sono lì nel cuore della gara, dopo tanta preparazione da parte di chi ci ha lavorato (non io, non ho fatto nulla, se non desiderare fortemente che andasse bene) e non sento nè caldo nè freddo nè sete nè fame, corro, corro, sento solo le mie gambe che battono l’asfalto e il mio respiro che si affanna e un paio di volte impazzisce. Incrocio Stefano e mi sporgo per fargli coraggio, grande prestazione la sua, arriva secondo confermandosi al top della forma.
Ho la Stefy per un pezzo con me, e poi me la vedo davanti per il resto della gara. Mi serve come punto di forza e di riferimento. Ho un buco verso il quinto, dove l’ho lasciata andare, non ricordo bene cosa sia successo, non riuscivo a respirare bene.
Ogni gara ha un momento così. Fino al momento prima ti senti forte come una leonessa e aggressiva e potente, e un minuto dopo non riesci a mettere un piede davanti all’altro. Ho dovuto mantenere la calma, non perdere fiducia in me stessa, credere ancora che potevo fare una bella gara per non mollare troppo il ritmo e il passo. Ho dovuto fare appello a qualche energia sepolta e sconosciuta, a qualche sole che tengo dentro a illuminare quando si fa scuro. Così è iniziato il ritorno a casa, dove ho corso fianco a fianco con amici sconosciuti che mi hanno incoraggiato e accompagnato e sostenuto e con cui anche se dividi solo pochi passi, dividi qualcosa di importante, e non te ne scordi.
Sono arrivata contenta, il mio Garmin dice che ho fatto 4.56 che per me è un ottimo risultato. Se fossero stati 10 km veramente avrei battuto il mio clamoroso muro dei 50 minuti (10K in 49.33!, questa è la mia vittoria di oggi).
Il pacco gara è fantastico, cose squisite e un piatto decorato. Saluto tutti e vado a casa a prendere i bambini e a trasformarmi da atleta a donna femminile per continuare la giornata insieme.
Anche a pranzo siamo tanti con molti bambini, ne conto una quindicina. Bel clima, allegria, brindisi e divertimento. Il presidente è soddisfatto, dopo giorni di impegno e di lavoro duro può respirare di sollievo.
La gara è stata un grande successo, molti partecipanti sono stati contenti e ce l’hanno detto. Stimolo a fare sempre di più e sempre meglio, come di certo sarà.

Anna Angeli

 

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