8° TROFEO NEFA, Rosciano di Fano (Pu) – Km 11,300 – Domenica 14 Novembre 2010

Mi chiedo cosa rimanga delle corse che facciamo.
Dentro tutti quei chilometri, a girare intorno a periferie di campagne o di capannoni, con certe curve a gomito, pestando l’asfalto sempre uguale, passando dritto davanti a case con i cani che perennemente abbaiano, i panni stesi delle domeniche di sole, gli anziani che ti guardano sbalorditi volontariamente faticare, loro che di fatica ne han fatta tanta e ora cercano di scansarla dove possono.

L’anno scorso avevo fatto questa corsa, e ora so che cosa mi era rimasto, molto più di quello che pensavo. L’anno scorso rientravo dall’infortunio, era la prima corsa con la squadra, avevo un’ansia di misurarmi e di fare bene, che mi aveva tolto il fiato e fatto correre strozzata. Questo lo ricordo, pensavo che sarei morta a fare un altro passo, anzi perchè non muoio, o almeno mi addormento, così al risveglio sarà solo un brutto sogno.

Quest’anno ho corso libera e senza orologio nella speranza di stare bene e divertirmi. Con il fiato a dettare il ritmo e le gambe tranquille ad inseguire. Passato un anno mi chiedo cosa ci spinga a rimetterci ogni volta in gioco e in discussione. La gioia di correre prima di tutto, la voglia di migliorare, il sentimento di libertà implicito nell’atto di correre… che a pensarci bene correre è fuggire si assomigliano… (c’è un proverbio di queste parti che dice: “tra il curra e il fuggia…”, tra correre e fuggire…).

Quando vedo quelli forti, non me che trotterello piano, ma certi cavalli di razza che vanno al galoppo, mi appare chiaro questo senso della fuga. Ma fuggire da cosa? Mi domando. Dagli obblighi, dal dovere fare, dal dover essere, dal dovere essere per forza quello che la tua vita pretende che tu sia. Così si corre per vivere qualcosa di diverso da quello che a ognuno tocca.

Dove nasce l’equivoco? Non riuscire a reggere la libertà del gesto, e diventare prigioneri dell’esito, che non sempre è quello che vorremmo che fosse. Ma se si trova un equilibrio adulto tra gioia, sfida, slancio, competizione, gioco, lealtà, passione, sportività, allora una mattina come quella di oggi non me la dimenticherò di sicuro, e sarà un altro mattoncino con cui costruire la mia casa di signora runner delle retrovie delle corse, fiera e orgogliosa di esserlo.

Partiti da casa con un bel sole freddo, verso il mare l’aria diventava nebbiosa e umida, di una nebbia latte che impediva quasi di vedere la strada e dava un senso di irrealtà e di sogno. Volevo restare nel tepore della macchina dentro le mie giacche a girare in tondo senza arrivare. Le persone erano tante in un grande spazio commerciale che sembrava una giostra, un circo, un teatro. Non distinguevo i contorni, i tratti, le figure. Ma come è prepotente la vita: arriviamo e vedo un sacco di amici tutti sorridenti e allegri e pieni di speranze e aspettative, così mi sveglio, mi carico, mi preparo.

Che gusto vedere la presenza femminile che cresce, oggi la nostra squadra brilla per l’arrivo di due luminose atlete, con cui sarà bello e piacevole dividere preparazione e gare: Alessandra e Stefania, non mollate!

Scambio qualche parola con qualcuno, mi chiedono tutti come va la preparazione per la maratona. Quello che mi sento di condividere più o meno con chi ha la pazienza di ascoltare nei vari lunghi che ho fatto è il concetto di “altro mondo” che ho sperimentato dopo i 30km. Ho fatto tutto quello che dovevo fare, ho fatto tutto giusto, soldato Jane della tabella, più di 1000km in poco più di tre mesi, ma quando supero certe distanze quello che accade resta un mistero in cui entrano in discussione molte variabili, oltre al cuore e alle gambe, principalmente entra in gioco la testa. Mi consolo pensando a quanto è dura la mia, non mi mollerà proprio alla fine.

La gara è andata bene, non ho tirato troppo, non ho sofferto troppo, non ho tirato poco, non ho sofferto poco. Non ho dato tutto, questo è strano per me, ma non era oggi il giorno. Aspetto il mio, quando sarà il momento.

All’arrivo divertente vedere i miei compagni che mi incitavano e il gonfiabile che non arrivava mai, io che chiedevo a chiunque ma quanto manca? E poi aspettare le ragazze per incitare pure loro.
Ma la cosa più bella che ho visto a Rosciano di Fano questa mattina di novembre sono stati i tre bimbi della Stefania, che con il loro dolce sorriso mi hanno illuminato nella strada del ritorno a casa.

Anna Angeli

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I tempi dei nostri atleti

NOME E COGNOME TEMPO ARRIVO REAL TIME MEDIA KM POSIZIONE ASS. POSIZIONE CAT.
Raffaele Spadoni 00:42:46 00:42:45 03:47 51 14 – A
Mauro Serfilippi 00:44:42 00:44:39 03:57 79 16 – C
Davide Alessandroni 00:45:38 00:45:21 04:02 91 22 – B
Giampaolo Ioni 00:46:06 00:46:01 04:04 95 19 – C
Valter Olivieri 00:46:07 00:46:02 04:04 96 20 – C
Michele Campana 00:46:11 00:45:59 04:05 98 24 – B
Loris Giorgini 00:47:12 00:47:10 04:10 117 26 – B
Raffaella Valentini 00:47:41 00:47:38 04:13 131 2 – M
Adele Salvatori 00:51:16 00:51:02 04:32 191 6 – M
Luigi Amantini 00:51:17 00:51:00 04:32 192 36 – C
Stefania Dini 00:52:44 00:52:28 04:40 214 11 – M
Danilo Moretti 00:52:58 00:52:42 04:41 219 39 – C
Nicola Bassotti 00:55:11 00:54:57 04:53 243 41 – A
Claudio Lani 00:56:43 00:56:22 05:01 254 34 – E
Ermete Bolognini 00:56:44 00:56:21 05:01 255 7 – G
Anna Angeli 00:57:29 00:57:12 05:05 264 17 – M
Alessandra Dormi 01:04:12 01:03:53 05:40 Non Comp. Non Comp.
Renato Valdarchi 01:04:12 01:03:53 05:40 295 43 – D
Stefania Dormi 01:07:44 01:07:23 05:59 301 20 – M
Matteo Serfilippi 00:29:00 6Km n/d 04:50 Non Comp 6Km 2 – Alievi

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