Una settimana fa si andava al mare. Oggi vediamo la neve ai bordi della strada. Mentre la notte non dormo per i tuoni e fulmini che scuotono la casa. Dentro il piumone metto la testa sotto il cuscino e come lo struzzo non voglio saperne niente.
Ma alla mattina l’alba è fredda e trasparente, il cielo bellissimo. Un’aria gelida taglia i visi assonnati e le bocche che sanno di caffé. Dani nella sua infinita dolcezza vuole accompagnarci pur non correndo, ama le gare, l’ambiente, l’emozione che si respira.
Arrivano Jump e la Stefi, passiamo a prendere la Veronica. Una bella macchina di compagni appassionati delle corse. Ho gusto ad essere con due amiche. La Stefi con cui ho diviso tanti momenti di sport, di vita e di fatica. La Veronica alla sua prima mezza e che vive l’emozione del debutto.
A Jesi ci aspetta Lorenzo che si deve misurare anche lui con un chilometraggio che ancora conosce poco e che vuole vedere dove lo porteranno quelle gambe lunghe. Non ha pietre di paragone e parte in attesa di vedere com’è.
Mentre Jump invece quelle distanze le conosce bene essendo un veterano, ma non finisce di stupirci con i suoi mega-tempi di ragazzo campione.
Ci spogliamo che ci pela l’aria. Dentro un anfratto della piazza, dove batte meno. Ma la paura di avere freddo non mi fa commettere l’errore di vestirmi. So che dopo sarà bello avere il corpo esposto e libero. E resisto. Facciamo una piccola corsetta per scaldarci ma restiamo con le giacche a vento, e infatti sudo. Rimango ancora con la giacca per non perdere quell’umido tepore.

Poi ci stipano come acciughe nel barilotto per la partenza. Grandi campioni davanti. Noi odori di sudore e il caldo dei corpi tutt’attorno. L’inno di Mameli cantato a scquarciagola. Si parte. Un bel viale lungo, un sacco di gente, oggi vedo un’altra bella cittadina, Jesi. La sensazione di avere le ali ai piedi, nessuna fatica, l’idea della libertà che bello il miracolo della partenza ogni volta. Forse accetto tutta la fatica che viene dopo solo per potere assaporare quest’istante puro e perfetto.
La corsa è un susseguirsi di chilometri da svolgere diligentemente. Mi impegno. Sto bene. C’è vento, tantissimo vento che non so perchè spinge sempre indietro e mai aiuta. Ma oggi faccio la mia strada, la vivo. So dove mi porterà e ho voglia di farla. Il percorso è bello, la strada è sinuosa. Qualche saliscendi, qualche chilometro di sterrato a costeggiare un fiume. Non penso non parlo. Solo metto davanti i piedi ancora una volta per fare il prossimo metro, e ancora, e ancora.

Sento il profumo della piazza, vedo i gonfiabili che si susseguono, so che in fondo mi aspettano i miei compagni che saranno arrivati tutti. Sento uno che mi ansima dietro, sembra un cane e dico no, faccio il mio ultimo pezzo che schiatto ma tu non passi, non puoi pensare di passarmi ora nella mia festa dell’arrivo, questa è la mia gara, questo è comunque il mio personale trionfo, indipendentemente da tempi classifiche e graduatorie. Senza voltarmi corro fino alla fine, fino a che ne ho, fino a che non sento più nessuno, non so di chi sia quel respiro. Non ho tempo di voltarmi e vedere quella faccia.

All’arrivo festa, musica allegria. I soliti birrozzi bevuti con gli amici che allagano la pancia e la testa. La squadra è andata fortissimo siamo tutti a premio e facciamo incetta di salami e per la Stefi prima di categoria un bel prosciuttone. Siamo contenti siamo allegri, abbiamo schivato le nuvole nere che ci hanno acompagnato tutta la mattina e abbiamo vissuto serenamente e in allegria una mattina di sport e vento. E Venezia si staglia all’orizzonte, ad aspettare me.

Anna

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I tempi dei nostri atleti alla 2ª Vallesina Marathon

La classifica completa è disponibile qui (TDS).

Denis Curzi (2), Antonio Gravante (5), Walter Endrizzi (4) e Daniele Caimmi (1), alla partenza.

Il percorso della gara

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