11ª Verona Marathon, Verona (Vr) – Km 42,195 – Domenica 7 Ottobre 2012
I risultati dei nostri atleti alla 11ª Verona Marathon
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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907 | — | — | 975 | MONTAGNANA ANDREA | MM35 | 4:03:36 | 5:46 |
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10ª Collemar-athon, Barchi (Pu) – Km 42,195 – Domenica 6 Maggio 2012
Oltre 1100 maratoneti pronti a sfidarsi in occasione della decima edizione della “ColleMarathon” tradizionale competizione podistica fra Barchi e Fano. La corsa partirà domani mattina alle 9 dalla piazza principale di Barchi per poi articolarsi su un percorso suggestivo di verdi colline che hanno fatto della competizione una delle più affascinanti maratone d’Italia. L’organizzazione curata dall’associazione Collemar–athon Club guidato dal Presidente Annibale Montanari, ha messo a punto ogni minimo dettaglio per poter offrire una manifestazione in grande stile. Fra le curiosità, partirà con la pettorina numero uno Ulderico Labertucci il 66enne di Treia ormai noto come il maratoneta dei record su cui spicca l’interminabile Macerata–Pechino. Dal punto di vista agonistico, fra i favoriti spiccano presenze come: Zakayo kipsang Biwott e Joachim Nshimirimana.
I tempi dei nostri atleti alla 10ª Collemar-athon
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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158 | 151 | 36 | 874 | MAGRINI GIUSEPPE | MM35 | 3:24:07 PB | 4:50 |
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13ª Maratona di S.Antonio, Padova (Pd) – Km 42,195 – Domenica 22 Aprile 2012
I tempi dei nostri atleti alla 13ª Maratona di S.Antonio
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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52 | — | 14 | 102 | MANENTI MARCO | MM35 | 2:49:30 PB | 4:01 |
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18ª Maratona di Roma – km 42,195 – Domenica 18 Marzo 2012
DOPPIETTA KENIANA , VINCONO KANDA E KIMUTAI. ZANARDI-RECORD NELLA GARA HANDBIKE |
Kanda ha staccato tutti i rivali al 30° km, con un allungo secco. Il suo tempo è il terzo più veloce mai corso a Roma. Sul podio sono saliti anche il connazionale 29enne Samson Kiprono Barmao (2h08’52”) e l’etiope 24enne Demssew Abebe Tsega (2h10’47”). Il primo italiano a tagliare il traguardo è stato Carmine Buccilli (2h25’03”). La Kimutai ha invece corso una gara molto intelligente, rimontando e superando la 23enne etiope Ashete Dido Bekele a un chilometro dall’arrivo. La seconda ha tagliato il traguardo in 2h31’23”, mentre al terzo posto si è piazzata la russa Marina Kovalyova (2h31’53”). Ha dato spettacolo anche Alex Zanardi, l’ex pilota di Formula 1 che oggi è un campione dell’handbike. Dopo aver vinto nel 2010 e dopo il 2° posto per problemi tecnici dello scorso anno, Zanardi ha dominato in 1h11’46”, migliorando di oltre 4′ il suo record di due anni fa (1h15’53”). |
I tempi dei nostri atleti alla 18° Maratona di Roma
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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2576 | 2419 | 2575 | 3715 | MAGRINI GIUSEPPE | MM35 | 3:36:37 | 5:08 |
3327 | 3107 | 3326 | 6120 | DORMICCHI ROBERTO | MM35 | 3:43:24 P.B. | 5:18 |
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16ª Maratona Città del Tricolore, Reggio Emilia (Re) – Km 42,195 – Domenica 11 Dicembre 2011
Bella gara, tempo ottimale e compagnia Piacevole. …Ho saputo che Talozzi al 25°km a cominciato a “tremare”… Ma, sarà per la prossima, chiaramente in compagnia del Maestro Click! Il portoghese Manà Manà ha fatto la Sua parte, ora vediamo che farà Robyguidi a Roma…! Santos Do Nashimiento Corredorao… detto Santini è stato vittima di un attraversamento di gatti neri… prima al Centro Maratona, stand ColleMar-athon, poi all’entrata di casa…
Bellissimo il Sabato sera, con cena offerta dalla “casa albergo”: e lì Stefano ha raggiunto il picco di felicità! Per fortuna c’era il Kapitanooooo che teneva in mano la serata…: l’autista che guida l’audi ad occhi chiusi, infatti si è visto! Il nostro reporter di guerra: Vally Z. che ha immortalato le scene pre e post Maratona…e all’arrivo al Traguardo mi chiede: – Ma Santini…dov’è?!
Bei ricordi, che purtroppo durano troppo poco, ma emanano emozioni che solo un Maratoneta può provare. E mi Auguro che altri mie compagni di Squadra possano condividere queste sensazioni. Un Applauso alla Monica “Santini” che ha fatto delle lasagne da leccare il piatto, non di meno la crostata!
Marco
I tempi dei nostri atleti alla 16ª Maratona Città del Tricolore
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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90 | 83 | 22 | 216 | MANENTI MARCO | MM35 | 2:50:47 PB | 4:03 |
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Le altre foto scattate da Valentina sono qui
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28ª Firenze Marathon, Firenze (Fi) – Km 42,195 – Domenica 27 Novembre 2011
“Le prove a cui sopravviviamo ci rendono più forti” (Nietzsche)
E’ stata una battaglia durissima, indescrivibile… sembrava essere tutto perfetto per me; il mio ritmo, il mio “stare bene”, l’integrazione come ho sempre fatto in tutti i lunghi… poi dopo il 30° ho cominciato ad avvertire i primi dolori alla coscia destra… per come stavo e per come stavo correndo era inspiegabile… ho provato a rallentare, a prendere anche dei sali, ma ogni chilometro era peggio… ormai era andata… tutte e due le gambe, e tutti i muscoli e dico tutti, sono finiti dentro dei crampi incredibili… da piangere letteralmente… da non riuscire quasi nemmeno a camminare… ma non VOLEVO e non POTEVO mollare… mai e poi mai mi sono detto e continuavo a dirmelo nella testa… e allora ho deciso di metterci la testa e il cuore… le mie gambe le avevo perse, ma avevo tutto il resto! una città stupenda, in cui ho vissuto parte della mia vita, il calore della gente e Santa Croce da vedere sulle mie gambe, con me stesso… e basta. Ma sono felice comunque, si impara tanto da una sofferenza del genere, si cresce, si lotta e paradossalmente ci si sente ancora più forti… pronti per un’altra “battaglia”, per trovare nuovi stimoli e spostare più avanti l’asticella dei propri limiti… ora non resta che recuperare bene e ripartire… di “battaglie” (come dice Valter) ce ne sono tante, ed io non mi tiro certo indietro!!!
Giovanni
I tempi dei nostri atleti alla 28ª Firenze Marathon
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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4470 | 4076 | 4468 | 4465 | CATANI GIOVANNI | MM35 | 4:05:53 | 5:50 |
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26ª Venicemarathon, Venezia (Ve) – Km 42,195 – Domenica 23 Ottobre 2011
Il ritorno in albergo è stato impegnativo. Arrivo che piango. Dani mi raccoglie, letteralmente. Sono un mucchio dolorante di fatica muscoli tritati e ossa rotte. Mi appoggio a lui per uscire dalla bolgia. Mi sembra impossibile muovere solo un passo adesso. Ma anche mantenere la posizione eretta. Ma anche provare a sedermi. Allora mi aggrappo a lui che mi porta alla lunghissima coda per il vaporetto. E lì mi arriva come uno schiaffo la notizia della morte di Marco Simoncelli. Un ragazzo che nel mio ricordo è giovane allegro sorridente festoso e pieno di talento. Tutto assume un altro contorno, un altro sapore. Anche l’impresa che con una gran fatica ho portato a termine mi sembra non valere niente, pensando a quella giovane vita distrutta e alla famiglia che starà piangendo ora tutte le lacrime possibili per un dolore che non ha neanche un nome.
Ma ci provo lo stesso a raccontare questa strana mattina, partita con il sole e arrivata con le nuvole e il vento tirato, secco che arriva da oriente.
(altro…)
3ª Lucca Marathon, Lucca (Lu) – Km 42,195 – Domenica 23 Ottobre 2011
Nuovo Personal Best per Andrea Montagnana, che ha chiuso la maratona di Lucca in 3h42’29”.
I tempi dei nostri atleti alla 3ª Lucca Marathon
Pos. Ass. | Pos. Sex. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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330 | — | 238 | 348 | MONTAGNANA ANDREA | ASS M | 3:42:29 PB | 5:16 |
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29ª Maratona del Piceno, Porto San Giorgio (Fm) – Km 42,195 – Domenica 15 Maggio 2011
I tempi dei nostri atleti alla 29ª Maratona del Piceno
Pos. Ass. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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66 | 11 | 87 | MANENTI MARCO | MM35 | 3:24:14 | 4:50 |
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Il percorso della gara
9ª Collemar-athon, Barchi (Pu) – Km 42,195 – Domenica 8 Maggio 2011
I tempi dei nostri atleti alla 9ª Collemar-athon
Pos. Ass. | Pos. Cat. | Pett. | Atleta | Cat. | Tempo | Passo medio |
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24 | 4 | 196 | TALOZZI FEDERICO | M40/44 | 2:58:19 | 4:14 |
182 | 22 | 769 | SPADONI RAFFAELE | M18/34 | 3:37:46 PB | 5:10 |
240 | 50 | 887 | MAGRINI GIUSEPPE | M35/39 | 3:45:22 | 5:20 |
373 | 8 | 199 | DINI STEFANIA | F40/44 | 4:03:00 | 5:46 |
429 | 73 | 888 | MONTAGNANA ANDREA | M35/39 | 4:11:22 | 5:57 |
Classifica completa su tds
Le Foto
Cliccare qui per vedere tutte le foto della collemar-athon scattate con il cellulare da Valentina Zazzeroni. Eccone alcune:
Grazie a Manà per il lavoro di ricerca delle foto: queste le ha trovate su flickr. Non si possono pubblicare sul nostro sito perché protette da copyright, ma basta cliccare sulla fotina per vederla in grande
Tantissime foto “libere” e stampabili si trovano nel sito della gara. Qui il passaggio a S.Costanzo
Queste sono solo alcune, clicca sulle immagini per vederle tutte ed in grande.
27ª FIRENZE MARATHON – Km 42,195 – Domenica 28 Novembre 2010
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C’è una sottile linea verde acido che segna come un nastro il percorso, il gomitolo di strade che bisogna fare. Correndo ci mettevo i piedi sopra e pensavo che ogni passo che facevo, era un passo che mi portava al traguardo.
La mia maratona è cominciata per scherzo. A una cena della squadra alcuni veterani, grandi maratoneti di esperienza e di risultati, la proposero a tutti, dicendo: è possibile! Potete farcela! Mentre loro parlavano persuasivi, io pensavo, “ma va’, non posso farcela, non sono un’atleta, sono una persona normalissima io, una mamma e non una ragazzina, non ho doti sportive eccezionali nè chissà che fisico adatto per la corsa di resistenza”.
Ma un tarlo è entrato in me. Perchè non accettare questa sfida? Perchè non mettermi alla prova ancora, per l’ennesima volta nella mia vita, e affrontare un’impresa all’apparenza impossibile. Così mi sono guardata allo specchio, ho visto una quarantenne pienamente dentro i suoi anni, ho detto “valà valà che non hai ancora dato tutto, puoi ancora stupire te stessa e gli altri intorno a te”. Così ho deciso di farlo.
E se decido di farlo, io lo faccio, cascasse il mondo, ma lo faccio, quello che a volte è un difetto, la caparbietà può essere un pregio, la volontà.
Ci sono riuscita grazie al fatto che Dani si è messo al mio fianco e ha deciso di stare con me in questa cosa. Senza di lui sarebbe stato molto più difficile. È stato il mio partner, il mio compagno, il mio amico, il mio avversario, il mio trainer, il mio motivatore, il mio aiuto, sempre. Prima era un po’ titubante, un giorno gli ho detto “Non mi mollare adesso, lo facciamo insieme, io e te, è una cosa nostra” lui ha risposto “Ok, ti accompagno, lo facciamo insieme”.
Arriviamo infine a Firenze, dopo quattro mesi di preparazione. Il sabato partiamo, ci fermiamo a mangiare in un ristorante delizioso ad Anghiari, decidiamo la strategia: la gara è un’incognita per noi, la maratona merita rispetto e suscita timore: noi non sappiamo se possiamo farcela, così decidiamo di stare insieme nella prima metà e macinare un po’ di chilometri, e poi che ognuno corresse la sua corsa.
Dani ha tagliato il traguardo poco dopo di me, e quei pochi minuti che l’ho aspettato all’arrivo sono stati brutti, senza di lui non riuscivo a essere contenta, infatti l’emozione è salita solo quando mi ha abbracciato e ci siamo stretti uno all’altra.
Ero infreddolita, bagnata fradicia, stanca, dovevamo toglierci da lì, continuava a diluviare e ora che ci eravamo fermati il freddo era devastante. Ma tutto il mio corpo si rifiutava di fare un altro passo. Ho avuto dieci minuti di distruzione totale, talmente provata da non sentire neanche gioia, solo male. Era arrivato IL MIO MURO, ma per fortuna la gara era finita. Sono stata programmata per 42.195 metri e non potevo fare uno di più.
L’altro momento terribile è stato alla partenza. Ricordo questo piazzale pieno all’inverosimile di gente: sembriamo tutti dei fantasmi, la pioggia è implacabile, non smette mai, anzi viene giù sempre più violenta, il vento è tagliente e gelido. Tra un mantello e l’altro incontriamo Jump un abbraccio una stretta, ci fa coraggio. Ricordo una coda interminabile per il bagno, e quei pochi istanti che ci passo dentro dove non piove: penso resto qui, non voglio tornare in quell’inferno. Dico a Dani questo è l’inferno e noi siamo i dannati.
Entriamo in griglia nella gabbia dei polli, di chi non ha il tempo, quindi tutta gente come noi, novellini e spaesati. Tutti incappucciati in questi sacchi verdi di plastica e con look anti-pioggia improbabili. Io mi sento disperata, letteralmente, senza speranza. Mi dico, già per me è una cosa difficile correre per quarantadue chilometri in una giornata fatta apposta per correre, oggi non ce la farò mai. Dopo i più di mille km fatti per la preparazione, dopo le due paia di scarpe che ho consumato, dopo che i miei bambini mi aspettano che ritorni a casa con la medaglia, dopo che ho preso l’antibiotico fino a ieri, dopo tutto quello che ho fatto per essere qui, devo affrontare ancora un imprevisto a un passo dalla fine. Per altro io non amo correre al freddo o con la pioggia, lo faccio se devo, ma ne soffro.
La preparazione della maratona è stata un filo verde lungo e sottile che è iniziato molto prima di Piazzale Michelangelo. È iniziato su e giù per le nostre meravigliose colline, è proseguito per buona parte dell’estate sulle spiaggie della riviera romagnola, si è srotolato fino a Berlino, a Pescara, e ovunque io fossi e ci fosse un po’ di strada, mi sono messa le scarpe e ci sono passata sopra di corsa. E adesso arriva una maledetta perturbazione atlantica tra due giorni bellissimi a buttare giù più acqua di quanto non ne sia venuta nell’ultimo mese. Allora dillo, Dio dei runners, che non ci vuoi bene a noi, dillo che ci vuoi mettere alla prova fino all’ultimo e vedere di che pasta siamo fatti.
Tengo gli occhi bassi per non avere l’acqua in faccia, ogni tanto li tiro sù per vedere lo sguardo rassegnato e incoraggiante di Dani che cerca di mandare vie le mie paure. Nel vuoto nel deserto totale di quel momento aprono le griglie e dico proviamo ad andare avanti, prendiamo il palloncino delle quattro ore e un quarto, so che Serena (con lei e altri amici abbiamo cenato la sera prima) è lì e vorrei trovarla. Ci facciamo strada in mezzo alla folla fino a che mi fermo, è impossibile in quel momento proseguire. Mi volto. Di fianco a me, esattamente di fianco a me, in mezzo a diecimila persone, spuntano da sotto una specie di turbante di plastica gli occhi ironici e sorridenti di Claudio (l’amico medico e maratoneta che con i suoi preziosi consigli e con la sua preparazione scientifica ci ha sostenuto in questi mesi, il nostro coach) che mi guardano furbi e tranquilli, come se mi aspettasero. Lui nessuno stupore. Ok, penso, “Dio hai ascoltato la mia preghiera, non vuoi che perda la speranza e sei venuto a darmi una mano e mi guardi da questo paio di occhi neri”. Dico se accade anche questo, tutto può accadere. Dico “questo è un buon segno, allora ce la posso fare”. Dico “chi ci aiuta e protegge trova sempre il modo di darci una mano, se gliela chiediamo forte”.
Poi partiamo piano piano sento uno che urla “siamo una massa di esauriti siamo da ricovero” e mi viene da ridere. Così inizio ridendo.
La corsa la ricordo bella. Un sacco di gente sempre. Un truppone di gente con cui correre insieme sempre. I primi dieci km fuggono, volano via in un lampo, siamo gasati dopo tutta quell’attesa, le gambe scalpitano, siamo dei cavalli che vogliono andare, la gente ci sostiene e ci applaude, io applaudo loro. Arriviamo alle Cascine, devo fare la pipì mi infratto nel parco dietro un cespuglio e vedo il serpentone immenso dietro di noi che mi passa tutto di fronte, li guardo e dico, al diavolo la privacy, me ne frego. Mi sento viva. Raggiungo Dani, sto bene, corro al mio ritmo, riesco a tenerlo. Mi fanno male i piedi, e mi dico non pensare che i piedi fanno male. Mi fermo, allento le scarpe. Mi fa male la caviglia, mi dico non pensare che la caviglia fa male. Ripeto come un mantra non fa male non fa male. Piove pioggia gelata e c’è vento, posso vincere la pioggia, posso vincere il vento, basta fare il prossimo passo e quello dopo ancora, ogni passo mi porta a casa, ogni passo mi porta dentro me stessa. Sono concentrata, non guardo i km, non voglio pensare a quanto ho fatto e a quanto mi manca (cosa che per esempio nei lunghi e nel lunghissimo mi è stato indispensabile per finire) evito le buche se posso, evito i marciapiedi, evito le pozzanghere, ma non sempre riesco, e quando metto il piede sento acqua gelata fino alle caviglie, piedi pesanti. Mi fermo ai ristori, mangio qualcosa, prendo i sali, ripartire è durissima, e solo dopo qualche centinaio di metri sento il beneficio della sosta. Si attraversa la città per andare allo stadio, una zona non bella, la gente ci guarda perplessa, non ci sono supporter che ci incitano ma fiorentini incavolati che vogliono prendere la macchina e non possono farlo: il punto estremo della gara, intorno al 30km.
Siamo al ritorno, si torna in città, la mia sorpresa di vedere Alfio e Renato con le loro belle mogli ad aspettarci e ad urlare in piazza, sotto quel diluvio, hanno fatto tutta quella strada per darci coraggio e applaudire, non ci posso credere, mi spuntano le ali ai piedi e gli ultimi chilometri li ho tirati anche per loro, e per la loro grande prova d’amicizia. L’arrivo è incosciente, non aspettavo che fosse subito, dopo la curva entra la piazza, l’abbraccio della gente che applaude, che mi sostiene per gli ultimi metri. La linea del traguardo. Non riesco a respirare per l’emozione, mi manca il fiato, la gola si chiude, ho passato trenta secondi pensando “che ridere, ora che è finita vado dalla Crocerossa a farmi dare ossigeno”.
Mi calmo, respiro, posso farcela, respiro, ce l’ho fatta, riesco a respirare e penso ho desiderato tanto una cosa che l’ho realizzata. Sono fiera di me. Non sono nessuno. Ho fatto un’impresa, sono un’eroina. Non sono forte. Sono fortissima. Ho seguito la linea verde. Galleggio sulla Piazza. Sono lì e contemporaneamente sono in tutta la strada che ho fatto. Aspetto Dani, mi abbraccia, piangiamo abbracciati.
Anna
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